Scrive in un comunicato il Gruppo Ferrarini: “L’Azienda ha appreso che un gruppo piuttosto rilevante di dipendenti ha promosso una manifestazione a Milano, comunicata e autorizzata dalle Istituzioni preposte, assicurando il massimo rispetto delle regole anti-Covid.
Tale manifestazione non è mai stata promossa e tantomeno caldeggiata dall’Azienda, come erroneamente riportato da alcuni.
Riepiloghiamo i fatti.
L’Azienda è stata informata che CGIL-CISL-UIL, davanti a circa 150 dipendenti riuniti in assemblea sindacale in data 19/11/2021, hanno dichiarato congiuntamente che non avrebbero mai sostenuto in nessun modo una manifestazione a Milano, ma che comunque, avrebbero rispettato la libera decisione di chi avesse ritenuto di aderire. Nella stessa assemblea, veniva invece proposta una manifestazione sotto la sede del Mise a Roma, in occasione di un’eventuale convocazione ministeriale.
L’Azienda è inoltre venuta a conoscenza che, al contrario di quanto dichiarato in assemblea, alcune Rsu, hanno esortato i lavoratori a non partecipare alla manifestazione di Milano. Risulta altresì che abbiano diffuso notizie allarmanti sulla mancanza di autorizzazioni preventive e sulla violazione delle norme anti-covid, paventando il rischio di sanzioni personali. Suscitando, in questo modo, la meraviglia di alcuni che hanno ritenuto tale comportamento incoerente con le dichiarazioni fatte in assemblea.
L’Azienda, nell’intento di collaborare con le OOSS, si è quindi vista costretta a portare a loro conoscenza la situazione che si è creata.
Non è vero che l’Azienda non abbia informato le OOSS circa le chiusure. Anzi, in data 28/11/2021, la Direzione Risorse umane (dopo essersi confrontata con i Direttori di Stabilimento), si è messa a disposizione, incontrando alcune RSU per spiegare loro le ragioni dell’impossibilità di mantenere nella giornata di giovedì 2/12/2021, i livelli produttivi previsti e della necessità di programmare con urgenza una giornata di ferie collettive.
Da una verifica da parte dei responsabili si è infatti appreso che le adesioni alla manifestazione avrebbero impedito le normali attività a causa dell’assenza di alcune figure indispensabili per lo svolgimento delle stesse e anche per ragioni organizzative, di sicurezza, qualità e non di meno, amministrative (chi spedisce la merce …???)
L’Azienda è profondamente dispiaciuta per i disagi creati a quei dipendenti che avrebbero dato la loro disponibilità al lavoro ma, al tempo stesso, è consapevole di dovere in ogni modo contenere quanto più possibile i costi e preservare l’efficienza economica e la sicurezza di persone e impianti.
Certamente potranno continuare nell’operatività quelle attività e quegli uffici indipendenti (es. sistemi informativi, fatturazione, ecc).
Certi che le OOSS comprenderanno le difficoltà dell’Azienda che si trova – da una parte – a dovere rispettare il diritto dei dipendenti che desiderano manifestare e – allo stesso tempo – a rispettare i diritti dei dipendenti che non ritengono la manifestazione una corretta espressione ideologica. Al tempo stesso l’Azienda ha il dovere di preservare l’efficienza economica considerando che si trova in una procedura concordataria. Si è valutato infatti, molto più dannoso retribuire dipendenti per non produrre che pagarli per smaltire delle ferie, soprattutto considerati gli elevati accantonamenti delle stesse.
Siamo molto dispiaciuti di non essere riusciti a dare un congruo preavviso. Ma purtroppo non c’è stato il tempo di farlo. Auspichiamo che le OOSS potranno comprenderne le ragioni, in nessun modo legate a una volontà di mancare di rispetto e che si possa riprendere il canale comunicativo che da sempre ci contraddistingue e che ha permesso fino a oggi di evitare qualsiasi forma di contrasto”.
Ultimi commenti
Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]