Il prefetto di Bologna Francesca Ferrandino, dopo l’ultima riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, ha disposto con una direttiva l’interdizione del centro storico alle manifestazioni pubbliche: il divieto è valido dal 26 novembre al prossimo 9 gennaio nell’area compresa tra le mura cittadine: porta Lame, porta San Felice, porta Sant’Isaia, porta Saragozza, porta San Mammolo, porta Castiglione, porta Santo Stefano, porta Mazzini, porta San Vitale, porta San Donato, porta Mascarella e porta Galliera.
La decisione, come ha spiegato la Prefettura di Bologna, è stata presa “alla luce dell’innalzamento della curva dei contagi” da nuovo coronavirus e “in vista dell’approssimarsi delle festività natalizie”, allo scopo di “prevenire criticità per assembramenti in ragione del prevedibile maggior afflusso di persone nel centro cittadino e assicurare il libero esercizio di altri diritti, pure costituzionalmente tutelati, quali, in particolare, il diritto allo svolgimento delle attività lavorative e alla mobilità dei cittadini”; motivazioni che hanno evidenziato “la necessità di adottare ulteriori e adeguate strategie di contenimento del rischio e di prevenzione delle criticità”, con riferimento in particolare alle possibili iniziative di protesta contro le misure sanitarie anti-Covid e contro il green pass.
Nella direttiva emessa dalla prefettura felsinea, in ogni caso, non sono presenti riferimenti espliciti alle iniziative connesse invece alle prossime festività natalizie; alle funzioni, alle cerimonie e alle pratiche religiose, nonché alle iniziative direttamente attinenti alle finalità di culto o promosse dagli organismi associativi delle comunità religiose; agli eventi, alle manifestazioni, alle cerimonie e alle celebrazioni organizzate o co-organizzate da enti pubblici locali o regionali.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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