Morto don Cabrioni: prete e missionario. Era il fratello di Angelo del biscottificio di Marola

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Un nuovo lutto ha colpito il clero reggiano, il terzo in sette giorni. Dopo don Amedeo Vacondio e don Gino Benevelli, nella notte tra il 10 e l’11 novembre si è spento don Creardo Cabrioni di ottantotto anni.

Al sacerdote poco più di un mese fa era stata diagnosticata una malattia incurabile. Don Creardo era stato messo al corrente del suo stato terminale ed ha affrontato lucidamente le ultime settimane, preparandosi all’incontro con il Padre. “Finché ha potuto, fino a pochi giorni fa, ha detto monsignor Guiscardo Mercati parroco moderatore dell’unità pastorale di Carpineti, ha esercitato il suo ministero di sacerdote celebrando l’Eucarestia e confessando”.
Don Creardo si è spento a Boastra, località vicino a Marola ai piedi del seminario, dove risiedeva insieme ai familiari. Mano a mano che la malattia lo spegneva, e perdeva autonomia, è stato assistito giorno e notte da un gruppo di parenti e amici che si sono alternati al suo fianco. Creardo era fratello di Angelo che nel 1973 ha fondato il biscottificio che porta il nome di famiglia.

Don Cabrioni era nato il 2 febbraio 1933 a S. Donnino di Marola ed è stato ordinato sacerdote il 28 giugno 1959. Ha frequentato il Seminario Minore e Maggiore di Marola dove è diventato amico di don Amedeo Vacondio, scomparso la settimana scorsa.
Nel 1959, giovane presbitero, don Creardo è stato vicario parrocchiale a Borzano di Albinea per un anno e a Roncolo per altri dodici mesi. Nel 1961 il Vescovo Beniamino Socche gli affida l’incarico di Cappellano degli operai fino al 1965. Negli stessi anni – dal 1962 al 1965 – è stato anche direttore spirituale dell’Istituto Artigianelli. Per un triennio, dal 1966 al 1968, don Cabrioni è parroco del Preziosissimo Sangue in città e nel 1968 don Creardo parte per la missione diocesana in Brasile.

In Sudamerica consolida il suo stile di annuncio: disponibile, servizievole, positivo e profondamente legato alla Parola. Era il prete “della gente” e molto amato. “Ha sempre accolto tutti, a prescindere dalla fede e dalla condizione economica e sociale, aggiunge don Guiscardo. E’ morto nel giorno in cui la chiesa ricorda San Martino e come il santo di Tours, anche don Creardo ha dato il mantello e non solo, per gli altri”.
“Era segnato dall’amore per tutti i fratelli e per la Parola di Dio”, lo ricorda Fabiana Guerra, che è stata amica del sacerdote per oltre trent’anni.

Rientrato in Diocesi nel 1979, don Creardo è parroco di Febbio e Asta per sette anni. Nel 1986 gli viene chiesto di svolgere il suo ministero tra Piolo, Caprile, Cinquecerri e Montecagno ai quali si aggiunge Casalino fino al 1994. Poi, per sei anni è parroco a Coviolo.
Don Creardo si è sempre sentito un annunciatore, ricorda Fabiana. Un peccatore immerso nell’infinita misericordia del Padre. E nell’incontro con gli altri era in grado di esprimere questi sentimenti. Era molto buono.

Negli ultimi vent’anni il ministero di don Creardo si è svolto in montagna: dal 2000 al 2013 è stato collaboratore dell’unità pastorale di Ramiseto (parrocchie di Ramiseto, Nigone, Gazzolo, Cereggio, Camporella, Pieve San Vincenzo, Succiso) e poi nell’unità pastorale di Carpineti – per le parrocchie di San Prospero di Carpineti, San Pietro di Carpineti, Pantano, Pontone, San Donnino di Marola, San Biagio di Carpineti, Pianzano, Onfiano e Poiago – in collaborazione con il parroco monsignor Guiscardo Mercati: “don Creardo ha chiesto di essere sepolto nel cimitero di Miscoso e così sarà fatto. Ha scelto quel posto per la sua esposizione a oriente e perché non vi è sepolto alcun prete. Inoltre all’ingresso vi è sepolto un bambino piccolo e i piccoli sono sempre stati nel cuore del suo ministero”.

Fino al pomeriggio di venerdì 12 novembre il corpo di don Creardo sarà custodito nella cappella privata di famiglia a Boastra di Carpineti e poi nella vicina Abbazia matildica di Marola. Nella stessa Abbazia si terrà una veglia di preghiera venerdì 12 novembre alle ore 20.30 e il funerale sabato 13 novembre. Sarà il vescovo Massimo Camisasca a presiedere il rito esequiale alle ore 11.