Martedì 9 novembre i lavoratori e le lavoratrici della Landi Renzo, su proposta dei sindacati e delle proprie Rsu, hanno scioperato per chiedere alla proprietà di sospendere – anche solo temporaneamente – la decisione della direzione aziendale di appaltare le attività di magazzino con un’esternalizzazione del reparto spedizioni.
“Contestiamo la scelta dell’esternalizzazione perché è una forma di risparmio da parte dell’azienda che si realizza esclusivamente a danno dei lavoratori”, hanno tuonato le sigle sindacali Fiom-Cgil di Reggio e Fim-Cisl Emilia Centrale: “Non capiamo come una scelta di questo tipo possa essere considerata strategica per il futuro della Landi Renzo”.
In passato è successo spesso che le aziende facessero appalti per poter applicare ai lavoratori condizioni contrattuali più favorevoli all’impresa, e quindi – a parità di attività – risparmiare sugli stipendi, ma negli ultimi anni per Cgil e Cisl “molte imprese importanti hanno fatto scelte nella direzione opposta, e per questo la scelta di Landi Renzo viene considerata anacronistica oltre che socialmente ingiusta”.
Stando all’azienda, i magazzinieri del reparto esternalizzato sarebbero ricollocati nel reparto produzione; ma in questo modo, secondo il sindacato, “con buone probabilità sarebbero demansionati, e inoltre andrebbero a ricoprire attività produttive che potrebbero garantire un futuro stabile a una parte dei tanti lavoratori precari già oggi presenti in azienda”.
L’effetto collaterale di questa esternalizzazione, hanno spiegato i sindacalisti di Fiom-Cgil e Fim-Cisl, “è la mancata conferma di lavoratori in somministrazione che ormai avevano cominciato a credere di poter essere stabilizzati alla Landi Renzo dopo anni di precarietà, e che invece si troveranno da gennaio senza lavoro. Si tratta di una scelta industriale che produrrà nuovi disoccupati e demansionamenti, con la conseguenza che i dipendenti della Landi Renzo vedranno svilire le professionalità maturate in decenni di lavoro in azienda”.
L’azienda di Corte Tegge, di proprietà del commissario della Camera di commercio di Reggio Stefano Landi, nei mesi scorsi ha acquisito per 26 milioni di euro la Metatron di Castel Maggiore, nel Bolognese. Un’operazione che per i sindacati “ha rappresentato un’operazione strategica per il gruppo, che in questa maniera potrebbe consolidare ulteriormente la propria presenza nel settore del mid&heavy duty, e ha dimostrato la volontà della proprietà di voler dare un futuro a un’azienda che compete in un settore in profonda e veloce trasformazione come quello dell’automotive; non si capisce però perché per risparmiare qualche centinaia di migliaia di euro si faccia perdere il lavoro a una dozzina di precari, per i quali sarebbe stata invece finalmente possibile la stabilizzazione del lavoro, mentre ad altrettanti magazzinieri sarà prospettato un probabile demansionamento”.
Le sigle sindacali Fiom-Cgil di Reggio e Fim-Cisl Emilia Centrale hanno fatto sapere di essere disponibili a un confronto con la direzione aziendale “per ricercare congiuntamente soluzioni per rendere più efficiente il magazzino”, ma hanno chiesto che nel frattempo venga sospesa la procedura di esternalizzazione di tali attività, non escludendo per i prossimi giorni nuove mobilitazioni di protesta.
Ultimi commenti
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]
Continuano gli straordinari successi elettorali dell'area riformista liberaldemocratica,che si ostina a schierarsi sempre indissolubilmente nel campo del centrosinistra senza mai beccare nemmeno un consigliere,cosi' come […]