La più recente riunione della cabina di regia tra Ministero della salute, Istituto superiore di sanità e Regioni ha certificato una leggera risalita (la seconda consecutiva) dell’indice Rt relativo all’epidemia di nuovo coronavirus in Italia.
Il valore dell’indice di trasmissibilità medio dell’infezione da virus Sars-Cov-2, infatti, secondo i numeri del ministero e della Protezione civile (riferiti al periodo compreso tra il 29 settembre e il 12 ottobre) è leggermente aumentato rispetto alla precedente rilevazione, raggiungendo quota 0,86 (range: 0,82 – 0,90) ma rimanendo comunque al di sotto della soglia epidemica (Rt = 1), il valore che separa convenzionalmente una situazione di epidemia in avanzamento (Rt maggiore di 1) da una situazione di epidemia in regressione (Rt inferiore a 1).
In lieve aumento anche il cosiddetto “Rt ospedaliero”, ovvero l’indice di trasmissibilità basato sui casi di Covid-19 con ricovero ospedaliero, salito a quota 0,89 (range: 0,84 – 0,93) rispetto allo 0,80 della rilevazione precedente: anche in questo caso si tratta della seconda risalita consecutiva.
Il monitoraggio settimanale sullo stato dell’epidemia in Italia, inoltre, ha evidenziato un’interruzione del trend al ribasso (dopo sei settimane consecutive di calo) dell’incidenza settimanale dei contagi, risalita da 29 a 34 nuovi casi di positività riscontrati ogni 100mila abitanti; un valore, comunque, che per la quinta settimana consecutiva è al di sotto della soglia dei cinquanta nuovi casi ogni 100.000 abitanti, quella che secondo il Comitato tecnico-scientifico consente un miglior controllo della circolazione del virus grazie a un più efficiente contenimento (ovvero l’identificazione dei casi e il tracciamento dei relativi contatti).
È leggermente peggiorato, nel frattempo, il quadro delle regioni e delle province autonome classificate a rischio moderato, risalite da tre a quattro: si tratta di Abruzzo, Campania, Friuli-Venezia Giulia e Piemonte. Tutte le altre regioni e province autonome, invece, sono attualmente considerate a rischio basso, mentre nessuna regione o provincia autonoma è ritenuta al momento a rischio epidemico alto.
Continua a diminuire anche la pressione sulle strutture ospedaliere: il tasso di occupazione nei reparti di terapia intensiva è infatti ulteriormente sceso dal 4,1% al 3,9%, con un numero di persone ricoverate passate dalle 370 del 12 ottobre alle 355 del 19 ottobre; anche il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale ha fatto registrare un decremento, scendendo dal 4,6% al 4,2%, con un numero di persone ricoverate passate dalle 2.665 del 12 ottobre alle 2.423 del 19 ottobre. Nessuna regione o provincia autonoma supera le soglie di allerta del 15% per l’area medica e del 10% per l’area critica.
È in aumento il numero di nuovi casi di Covid-19 non associati a catene di trasmissione (4.759, contro i 4.551 del monitoraggio precedente), mentre la percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti è in lieve discesa (33%, contro il 34% della scorsa settimana). In leggero aumento, invece, la quota di casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (48%, contro il 47% della rilevazione precedente), mentre è stabile al 19% la percentuale dei casi diagnosticati attraverso le attività di screening.
Ultimi commenti
Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]