“Giù le mani dall’aceto balsamico di Modena e, più in generale, dai nostri prodotti agroalimentari di eccellenza Dop e Igp”: è questo l’allarme che arriva dall’Emilia-Romagna, che ha chiesto al governo italiano di impedire il tentativo da parte della Slovenia di ottenere il via libera da Bruxelles su una norma tecnica che porterebbe a snaturare quello che è noto in tutto il mondo come il vero aceto balsamico.
Il rischio, se la richiesta slovena dovesse essere accolta, sarebbe quello di consentire ai vicini di frontiera di commercializzare come “aceto balsamico” qualsiasi tipo di aceto miscelato con mosto concentrato.
L’assessore regionale all’agricoltura dell’Emilia-Romagna Alessio Mammi ha portato il tema della difesa dei prodotti italiani di qualità contro gli innumerevoli tentativi di imitazione all’attenzione dei colleghi assessori all’agricoltura delle altre Regioni nel corso del tavolo della Commissione politiche agricole, riunitasi mercoledì 20 ottobre a Bologna in occasione dell’Eima, la rassegna internazionale delle macchine agricole ospitata fino al 23 ottobre nel quartiere fieristico del capoluogo emiliano-romagnolo.
“Non permetteremo – ha sottolineato Mammi – che si compia questo danno a uno dei prodotti simbolo del nostro territorio. Pertanto faccio mio l’appello che il Consorzio di tutela ha rivolto alle più alte autorità italiane, a partire dal presidente del consiglio Draghi, ai ministri competenti Patuanelli, Giorgetti e Di Maio, affinché il nostro paese si attivi con tutte le possibili azioni nei confronti della Slovenia, in particolare la procedura di contestazione prevista in questi casi”.
Il caso dell’aceto balsamico sloveno è ritenuto particolarmente grave dall’Emilia-Romagna, trattandosi del tentativo da parte di uno Stato membro dell’Unione europea di appropriarsi della notorietà e del successo commerciale riscosso in tutto il mondo dal vero aceto balsamico di Modena Igp, aggirando le normative europee a difesa di prodotti a denominazione di origine.
In questa battaglia, ha aggiunto l’assessore Mammi, “che ha come posta in gioco la difesa dell’identità delle nostre specialità alimentari, e con essa la salvaguardia degli interessi economici dei nostri produttori, mi associo inoltre alla richiesta avanzata dall’associazione Origin, che riunisce i consorzi italiani delle indicazioni geografiche, affinché il nostro governo, in collaborazione con il Consorzio di tutela dell’aceto balsamico Igp, si adoperi in ogni modo per garantire la corretta applicazione del diritto europeo in materia di prodotti Dop e Igp, senza escludere un eventuale ricorso presso la Corte di giustizia europea”.
L’aceto balsamico di Modena è prodotto mediamente nella quantità di oltre 10 milioni di litri all’anno, per un valore alla produzione di circa mezzo miliardo di euro, che al consumo arriva a superare la cifra di un miliardo e cento milioni di euro. Altissima la quota di export, il 92%, di cui la metà circa all’interno dell’Unione europea: numeri che ne fanno il prodotto in percentuale più venduto all’estero tra le specialità “made in Emilia-Romagna” e tra i primi per valore economico, nella scia di eccellenze come Parmigiano-Reggiano, Grana Padano e prosciutto di Parma.
All’aceto balsamico Igp, per completare la radiografia del comparto sotto attacco, vanno poi aggiunti gli altri due aceti Dop, il Tradizionale di Modena e il Tradizionale di Reggio Emilia: due specialità di nicchia che, pur avendo numeri di gran lunga inferiori, godono comunque di un’immagine e di un prestigio rilevanti, anche superiori allo stesso aceto Igp.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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