In Emilia-Romagna l’artigianato potrà contare su nuovi investimenti per un totale di 27 milioni di euro innescati dagli 8 milioni di contributi a fondo perduto resi disponibili dalla Regione con il “Bando per la transizione digitale delle imprese artigiane”, provvedimento che per la prima volta ha messo in campo risorse per sostenere la trasformazione digitale delle piccole e medie imprese artigiane, che in Emilia-Romagna superano ormai le 125.000 unità.
Sono 125, inoltre, i nuovi posti di lavoro complessivamente previsti dai 230 progetti di trasformazione e crescita digitale finanziati dal bando, che puntano ad aumentare la competitività del settore e della filiera manifatturiera nella quale queste imprese sono inserite.
La quasi totalità delle domande accolte – oltre 200 – sono arrivate da imprese artigiane che fanno riferimento al sistema di Cna e di Confartigianato dell’Emilia-Romagna e che hanno proposto progetti innovativi finalizzati a introdurre le più moderne tecnologie digitali necessarie per accrescere l’efficienza dei processi produttivi e aziendali interni, anche nell’ottica della riduzione degli impatti ambientali delle produzioni, e a rafforzare il posizionamento delle stesse imprese all’interno della catena del valore delle filiere di appartenenza.
Molte delle iniziative finanziate prevedono la combinazione di più tecnologie, per realizzare una vera e propria integrazione dei processi produttivi. I progetti finanziati per assicurare un effettivo impatto prevedono il coinvolgimento dei soggetti accreditati al network nazionale Impresa 4.0 e in particolare i Punti impresa digitale (Pid), i Digital innovation hub (Dih) e i Competence center, attribuendo loro un concreto ruolo nel supportare le imprese già durante la fase di preparazione della candidatura, per garantire la piena coerenza della proposta con gli obiettivi del bando.
La misura, finanziata anche con risorse europee del Por Fesr, è stata possibile grazie alle novità normative introdotte lo scorso dicembre nella legge regionale che disciplina il settore (la numero 1 del 2010, recante “Norme per la tutela, la promozione, lo sviluppo e la valorizzazione dell’artigianato”), e in particolare inserendo la possibilità per la Regione stessa di intervenire per favorire la digitalizzazione e la riorganizzazione dei processi produttivi aziendali, nonché per sostenere la produzione innovativa quale modalità di lavoro che nasce dalla fusione tra cultura digitale e produzione manifatturiera.
Dei 230 progetti finanziati, quattro investimenti su dieci riguardano l’integrazione digitale orizzontale e verticale dei sistemi produttivi. Gli altri investimenti, invece, sono così ripartiti: internet delle cose (Iot) 12%, cloud computing 11%, robotica 9%, mentre nella percentuale restante trovano spazio big data & analitycs, manifattura additiva e stampanti 3D, cybersecurity e realtà aumentata.
Analizzando la ripartizione per settore, 217 progetti su 230 riguardano l’attività manifatturiera. Tra questi: 70 progetti fanno riferimento al settore della fabbricazione di prodotti in metallo (esclusi macchinari e attrezzature), 22 a quello della stampa e riproduzione di supporti registrati, altrettanti a quello delle industrie alimentari e 17 a quello della fabbricazione di macchinari e apparecchiature.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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