I carabinieri del nucleo investigativo di polizia ambientale agroalimentare e forestale di Reggio hanno denunciato alla procura emiliana un ragazzo di 23 anni, titolare in città di un’attività di autonoleggio e autoriparazione, con l’accusa di violazione dei sigilli, con riferimento ai molteplici accumuli di rifiuti (pericolosi e non pericolosi) che gli stessi militari forestali avevano posto sotto sequestro nel dicembre dello scorso anno, ma che il giovane ha continuato ad alimentare anche dopo quella data.
Il sequestro era stato deciso dopo un controllo eseguito a fine 2020 dai carabinieri: durante le verifiche era emerso che il ventitreenne, oltre a svolgere l’attività non autorizzata di gommista, aveva depositato in modo non conforme e pericoloso per la salvaguardia dell’ambiente e della salute pubblica un notevole quantitativo di olio esausto, filtri per l’olio e gasolio, altri rifiuti derivanti da imballaggi, componenti meccaniche e di carrozzeria e un notevole quantitativo di pneumatici usati.
I carabinieri, dopo aver posto sotto sequestro la aree in cui erano stati accumulati i rifiuti e le cisterne contenenti i liquidi esausti, avevano denunciato il titolare dell’attività alla procura di Reggio per deposito non autorizzato di rifiuti (sia pericolosi che non pericolosi). All’epoca, inoltre, furono sequestrati anche i macchinari e numerosi pneumatici nuovi collegati all’attività abusiva di gommista, che tra le altre cose era stata avviata senza il previsto certificato di prevenzione incendi rilasciato dai vigili del fuoco.
Dopo nove mesi da quei fatti, un nuovo sopralluogo nell’area oggetto del sequestro ha permesso ai carabinieri del Nipaaf di accertare che nel complesso artigianale in uso all’impresa guidata dal 23enne i rifiuti sequestrati erano stati tutti spostati, con una evidente modifica morfologica dei depositi stessi; una parte del materiale, inoltre, costituita per lo più da pezzi di carrozzeria, era stata prelevata e portata altrove, con destinazione ignota. Nel cumulo dei rifiuti non pericolosi, costituito soprattutto da pneumatici usati, erano inoltre stati ammassati altri 160 metri cubi di materiali di scarto.
Il titolare dell’attività, che era stato precedentemente nominato custode giudiziale dei rifiuti sequestrati, è stato dunque denunciato una seconda volta, in questo caso per il reato di violazione dei sigilli. I rifiuti oggetto della nuova violazione sono stati a loro volta sottoposti a sequestro.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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