L’export reggiano non è più in sola fase di recupero rispetto alle conseguenze patite con la pandemia, ma ha ripreso a crescere. Nel primo semestre 2021, infatti, le vendite di prodotti reggiani all’estero hanno segnato un incremento del 30,1%, recuperando non solo il calo (-19,5%) segnato nello stesso periodo del 2020, ma portando il valore del periodo ad un livello superiore del 5,3% rispetto a quello del primo semestre 2019, quando la pandemia era ancora lontana.
In altri termini – come attestano le elaborazioni dell’Ufficio Studi della Camera di Commercio – il flusso delle esportazioni dei primi sei mesi 2021 sì è portato a 5,8 miliardi, vale a dire 1,3 miliardi in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (quando le esportazioni erano scese ai livelli registrati nel 2013) e quasi 300 milioni in più sul gennaio-giugno 2019.
Sempre nettamente positiva anche la bilancia degli scambi con l’estero, con un saldo tra importazioni ed esportazioni che si porta a 3,4 miliardi, valore anche questo leggermente superiore a quello registrato prima del Covid.
Con questa performance semestrale, la nostra provincia si conferma al dodicesimo posto della graduatoria delle province italiane maggiori esportatrici e, mantenendo saldamente la terza posizione nella graduatoria regionale, presenta la più alta variazione percentuale di crescita tra le province emiliano-romagnole.
In un quadro nettamente positivo, le espansioni percentuali maggiori si sono registrate nei Paesi extra-Ue, anche se la parte del leone, in termini di valori assoluti, continuano a farla i Paesi europei, verso i quali si sono indirizzati prodotti per 4,1 miliardi.
Il mercato Ue ha messo così a segno una crescita del 28%, mentre verso il continente americano le vendite di prodotti reggiani sono aumentate, rispetto al 2020, del 37% (+8,7% se confrontato con il 2019), attestandosi a 795 milioni. Gli Stati Uniti, con quasi 545 milioni, si confermano il principale partner i quest’area.
Per quanto riguarda il continente asiatico, le esportazioni, con un aumento del 35% (+13,6% rispetto al periodo pre-covid), hanno raggiunto i 613 milioni, trainate soprattutto dalle vendite verso la Cina (+70%). Con questo autentico balzo, con la Cina migliora notevolmente anche il saldo commerciale della nostra provincia che, pur restando negativo, recupera il 63% rispetto al 2020.
Molto rilevante, percentualmente, anche intensificarsi dei rapporti con l’Australia, verso la quale l’export reggiano è salito dell’84%.
“I dati di questo primo semestre 2021 – sottolinea il Commissario straordinario della Camera di Commercio, Stefano Landi – sono davvero molto confortanti e confermano l’ulteriore aumento, sui mercati internazionali, della capacità competitiva delle nostre imprese, a sostegno delle quali abbiamo messo a disposizione risorse straordinarie e percorsi di informazione e formazione che hanno consentito di mantenere alto il confronto con i partners commerciali esteri anche in una lunga stagione che ha reso impossibili o molto difficoltosi gli incontri in presenza”.
Nei primi sei mesi del 2021, il miglioramento delle esportazioni reggiane anche rispetto ai livelli pre-covid è dovuto, in particolare, all’aumento delle vendite di prodotti manifatturieri (+30%). Confrontando i dati rispetto al secondo semestre del 2020 e del 2019 notiamo come la crescita sia diffusa in tutti i settori. Per fare alcuni esempi: l’export di prodotti siderurgici è cresciuto del 53% sul 2020 e del 21% rispetto al 2019; le vendite oltre confine di apparecchi elettrici hanno segnato un +56% sul 2020 e un +27% sul 2019; il tessile e abbigliamento è ritornato in positivo rispetto al 2020 (+19%), ma deve ancora recuperare sul 2019, con valori che restano del 14% al di sotto di quelli di due anni fa.
La filiera agroalimentare, infine, ha segnato un incremento del 14% rispetto al primo semestre 2020 ed è cresciuta dell’8% anche rispetto allo stesso periodo del 2019.
Ultimi commenti
Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]