Numeri importanti, quelli forniti questa mattina dall’assessore regionale Donini in merito alla campagna vaccinale. “Su una popolazione vaccinabile di 4.018.622, oggi abbiamo somministrato 3272080 dosi, nella quasi totalità prime dosi e in parte dosi definitive per chi ha contratto covi nell’ultimo anno e chi ha avuto il Johnson&Johnson. Di fatto, l’81,4% di chi dovremmo vaccinare ha ricevuto la prima dose”
Mancano all’appello (e alle prenotazioni) 746mila persone “alle quali rivolgiamo un appello accorato a prenotarsi per la vaccinazione o recandosi agli open day o ai punti vaccinali on the road in diverse manifestazioni pubbliche. E dal 7 settembre anche in farmacia”.
Fino a fine settembre ci sono già quasi 62mila prenotazioni. “Ma anche a loro rivolgo l’appello – ha detto Donini – a considerare l’anticipo della loro somministrazione per mettersi al sicuro dall’ondata epidemica che stabile ma c’è”.
La regione è al 71% per la vaccinazioni definitiva: oltre 2 milioni che hanno ricevuto la seconda dose. “E le dosi vaccinali non mancano”.
Sull’efficacia dei vaccini, Donini ha fornito i dati di uno studio proprio della Regione e delle aziende sanitarie regionali che in questi 7 mesi definisce una protezione dal contagio all’87% e una protezione dai ricoveri ospedalieri al 94% e al 95% per terapie intensive e decessi.” E proprio da qui il rafforzamento dell’appello a vaccinarsi: “Fidatevi”.
Nel complesso, tra fine giugno e fine agosto l’incidenza di infezioni e ricoveri nella popolazione emiliano-romagnola è molto più elevata nei non vaccinati che nei vaccinati anche se, in ambedue le categorie, si osserva un aumento dell’incidenza di infezioni e di ricoveri nella parte finale del periodo considerato, ma non per le infezioni che comportano il ricovero in terapia intensiva nei vaccinati: per questi ultimi rimane contenuta.
L’analisi per classe di età mostra che, nelle ultime 4 settimane, l’incidenza di infezioni è molto elevata soprattutto nei giovani non vaccinati (12-39 anni), mentre quella di ricoveri in reparti Covid-19 e in terapia intensiva è elevata soprattutto nella classe di età 60-79 anni e interessa in modo preponderante i non vaccinati.
L’analisi per fragilità clinica (secondo la classificazione RiskER) mostra come l’incidenza di infezioni sia molto elevata soprattutto nelle persone a basso rischio non vaccinate, mentre l’incidenza di ricoveri in reparti Covid-19 e in terapia intensiva sia elevata soprattutto nelle persone a medio ed alto rischio non vaccinate.
Il rischio relativo di infezione, ricovero in reparto e ricovero in terapia intensiva nei non vaccinati nelle ultime 4 settimane, standardizzato per età e classe di rischio RiskER, mostra come sia mediamente circa 5 volte maggiore (di infettarsi) rispetto ai vaccinati. Il rischio di ricovero in ospedale è tra 9 e 13 volte maggiore nei noi vaccinati a seconda della settimana considerata. Per quanto riguarda i ricoveri in terapia intensiva, il rischio è sempre molto più elevato per i non vaccinati, con una stima puntuale che è costantemente superiore a 10 volte nelle quattro settimane.
I decessi. Nelle ultime 4 settimane sono stati rilevati 34 decessi, di cui 20 nella popolazione over 80. I restanti 14 decessi hanno riguardato la classe di età 60-79 anni: l’incidenza di decesso è 5,8 volte superiore nei non vaccinati rispetto ai vaccinati.
Ultimi commenti
Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]