Ragni, formiche, api e Bacone

Francis Bacon filosofo

L’essere umano è il più fragile tra gli esseri e nonostante ciò è il più arrogante, basta osservare i disastri ambientali, climatici e umanitari che combina quotidianamente. Montaigne stesso affermava che la nostra malattia naturale e originaria è la presunzione, però siamo i più fragili e nonostante ciò siamo i più orgogliosi.

Siamo i più fragili perché non abbiamo una casa, dobbiamo costruircela, non come tutti gli animali che invece hanno come casa la natura; non abbiamo pelo o squame o un esoscheletro a proteggerci, la nostra vera casa è il linguaggio. Quest’ultimo continuamente è dato per scontato, abusato, sottovalutato.

Secondo Bacone esistono alcuni errori che impediscono una corretta analisi dei fenomeni. Essi sono gli idoli, le credenze, e sono divisi in quattro tipi: idóla tribus, idóla specus, idóla fori, idóla theatri.

Gli idóla tribus, gli idoli della tribù, sono errori comuni a tutti gli esseri umani, perché radicati nella loro indole: consistono nel considerare reale ciò che è solo apparenza e nel porsi a misura di tutti i fenomeni. Questo è ciò che accade quando abbiamo a che fare con nuove verità: non siamo disposti a lasciare quelle del passato per le nuove scoperte. Quest’atteggiamento è visibile sia a livello microscopico che macroscopico, di esempi se ne trovano sia nella società che nella storia: basti pensare a quante persone sono finite sul rogo perché affermavano che la terra non è piatta.

Viene detto di seguire le tradizioni pensando che queste nel tramandarsi propongano il ripetersi dell’uguale, ma ciò non avviene mai, poiché di generazione in generazione c’è una traduzione e la traduzione non potrà mai riproporre l’originale, quindi c’è un tradimento. Il fossilizzarci su un’identità presto mostrerà la scollatura tra chi siamo e chi crediamo di essere: questa è anche la medicina contro tutti i regimi che credono di fossilizzare le identità nazionali.

Gli idóla specus sono errori che derivano dalla riflessione dell’individuo singolo, sono credenze sviluppate individualmente e date per vere: quante volte ci è capitato di prendere dei granchi perché ci siamo persi nelle ombre delle grotte dei nostri pensieri? Quando, conseguentemente e relativamente a quanto accaduto, ci costruiamo dei castelli in aria.

Gli idóla fori sono gli idoli delle piazze, derivano dall’uso fallace del linguaggio. Sono errori che derivano dal linguaggio, dal suo carattere convenzionale che falsa il reale rapporto della parola con gli oggetti. Quante volte le parole non rendono giustizia alla verità degli oggetti o di ciò che accade? I quotidiani sono pieni di questa distorsione: questo produce anche ammassamenti in piazza, fino a giungere a contese sanguinose tra esseri umani. La parola, la nostra casa, può divenire anche la nostra condanna.

Gli idóla theatri sono errori che derivano dai dogmi accettati passivamente senza essere stati sottoposti al vaglio della ragione, sono escogitati come altrettante favole preparate per essere rappresentate sulla scena di mondi di finzione e di teatro. Questa modalità è figlia del “si è sempre fatto così”.

A questa analitica fase destruens Bacone vi associa una meticolosa parte construens: egli afferma che per studiare la natura ci deve essere un connubio tra esperienza e ragione. Gli empiristi, come formiche, si limitano a raccogliere i dati della natura; i razionalisti, come ragni, ricavano da loro stessi la tela; gli scienziati, come api, raccolgono il nettare dai fiori che successivamente verrà trasformato in miele dalla loro tecnica e capacità introspettiva.

Bacone, attraverso questa meticolosa descrizione presente nel Novum Organum, coniò il metodo da lui chiamato induttivo sperimentale, criticando aspramente la logica aristotelica appunto presente nell’Organon di Aristotele.

Tale griglia di osservazione ci permette di fare pulizia nella nostra vita: possiamo osservare in modo analitico le certezze, le credenze che siamo soliti dare per scontate, per spingerci ad avere una visione meno appannata di ciò che accade. Cercare di essere più vigili è una dote che compete a tutti gli esseri umani, nessuno escluso.




Ci sono 2 commenti

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  1. Gianna Dal Borgo

    Grazie, ci provo anche se non è facile scalzare certe credenze e soprattutto non è semplice scoprire chi/cosa siamo veramente. Accade anche che vai in piazza per le donne afgane (oggi a VE) e ti senti il cuore rotto nel profondo e hai una sensazione di inutilità. Cosa può fare questa mia esistenza per aiutare in tanta barbaria ?


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