Arianna Nanni, figlia di Ilenia Fabbri, la donna di 46 anni uccisa a coltellate all’alba dello scorso 6 febbraio nel suo appartamento di via Corbara a Faenza, in provincia di Ravenna, ha chiesto per la terza volta al magistrato di poter incontrare il padre Claudio Nanni, che si trova attualmente in carcere a Ravenna con l’accusa di essere il mandante del delitto della moglie.
Le precedenti richieste erano tuttavia state bocciate, dal momento che la giovane rappresenta uno dei testimoni chiave nel processo per omicidio che si aprirà a breve contro il padre e contro Pierluigi Barbieri, esecutore materiale reo confesso del delitto.
Il presidente della Corte d’assise di Ravenna Michele Leoni, nel frattempo, ha anticipato l’avvio del procedimento penale al prossimo 6 ottobre, fissando inoltre altre tre date tra ottobre e metà novembre. Secondo le indagini della polizia, coordinate dal pubblico ministero Angela Scorza, il movente del delitto sarebbe di natura economica: Nanni avrebbe voluto sottrarre alla donna – da cui si stava separando – la quota di patrimonio coniugale spettante alla moglie.
La figlia della coppia, nelle fasi iniziali delle indagini, aveva difeso il padre, pur alla luce delle prime parziali ammissioni, ritenendo che fosse da attribuire al solo Barbieri la piena e autonoma responsabilità del delitto, ma in un secondo momento aveva poi deciso di costituirsi parte civile nel processo.
Barbieri, 53 anni, originario di Cervia (nel Ravennate) ma domiciliato a Bagno, frazione del comune di Reggio, è stato immortalato da una telecamera di sorveglianza nei pressi dell’abitazione della vittima nella notte in cui Ilenia Fabbri è stata assassinata: ha già ammesso le proprie responsabilità davanti ai magistrati, indicando proprio nel marito della donna la persona che lo avrebbe assoldato. Entrambi sono accusati di omicidio pluriaggravato in concorso.
Non solo: durante l’interrogatorio-confessione dello scorso 17 marzo, Barbieri avrebbe rivelato che prima del 6 febbraio l’omicidio della donna era già stato pianificato altre due volte, tra settembre e ottobre del 2020. I precedenti tentativi erano tuttavia falliti: la prima volta perché il killer non si era orientato bene nella casa della vittima mentre cercava la stanza da letto della 46enne, la seconda volta perché Claudio Nanni – il cui arrivo avrebbe dovuto segnare l’inizio dell’azione criminale – si era presentato tardi all’appuntamento.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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