Secondo i recenti dati di Prometeia, nel 2021 l’Emilia-Romagna sarà la prima regione italiana per crescita, con un incremento del Pil del 6% rispetto al 2020, mentre per il prossimo anno la proiezione evidenzia un aumento del 4,2%: se queste previsioni dovessero essere confermate, al termine del biennio non solo saranno stati recuperati i livelli pre-pandemia, ma sarà registrato anche un passo in avanti dello 0,4% rispetto al 2019.
Di fronte a questi numeri gli imprenditori guardano con ottimismo ai prossimi mesi: “L’economia regionale ha ripreso a marciare”, ha sintetizzato il presidente di Confindustria Emilia-Romagna Pietro Ferrari, “e le prospettive sono favorevoli. I primi sei mesi del 2021 hanno visto un’impennata degli ordini, sia dal mercato interno che da quello estero, e le imprese si aspettano un’ulteriore crescita nella seconda parte dell’anno. Dobbiamo mettere a frutto i segnali della ripresa per alzare la competitività e la capacità di crescita del sistema economico”.
A trainare la ripresa è stato soprattutto il settore manifatturiero, che ha contribuito anche alla crescita dell’export, che ha già recuperato e superato i livelli pre-pandemia: nel primo trimestre dell’anno in corso, infatti, l’Emilia-Romagna ha fatto segnare un deciso rialzo (+3,2%) rispetto allo stesso periodo del 2019, con un risultato migliore sia della media italiana e del Veneto (entrambi a +1,1%) che della Lombardia, ferma invece in territorio negativo (-0,8%).
Nel confronto con il primo trimestre del 2020, già influenzato dagli effetti della pandemia di nuovo coronavirus, l’aumento delle esportazioni è stato ancora maggiore: +6,1%, confermando il primato dell’Emilia-Romagna per quanto riguarda l’export per residente, valore superiore a quello di Veneto e Lombardia.
Il presidente Ferrari ha illustrato le priorità degli industriali emiliano-romagnoli per dare una spinta alla ripresa, a partire dalla necessità di proseguire la campagna vaccinale e dall’introduzione dello strumento del Green pass per garantire la maggior sicurezza possibile nei luoghi di lavoro. Le associazioni industriali della regione hanno realizzato nove hub aziendali che da metà giugno ad oggi hanno permesso di vaccinare circa ventimila dipendenti delle imprese associate e non: “Si tratta di un contributo importante, reso possibile dall’intesa con la Regione e dal senso di responsabilità di imprese e associazioni. I vaccini in questo momento sono, insieme al senso di responsabilità di tutti noi, la migliore arma che abbiamo a disposizione per fronteggiare la pandemia”, ha ribadito Ferrari.
Per il numero uno della Confindustria regionale “è fondamentale concretizzare rapidamente il programma per la semplificazione a cui la Regione sta lavorando nell’ambito del Patto per il lavoro e il clima, intervenendo con pragmatismo per semplificare le relazioni di imprese e cittadini con la pubblica amministrazione su temi ambientali, urbanistici, accesso ai finanziamenti, formazione”.
“Occorre portare a termine la programmazione dei fondi strutturali, specie Fesr e Fse, da utilizzare in modo complementare con il Pnrr, e avviare nei tempi più celeri possibili i bandi per accompagnare gli investimenti delle imprese in ricerca e innovazione e la formazione delle persone. Gli interventi per l’export, forte traino della ripresa per la nostra regione, vanno rafforzati con una strategia condivisa che sostenga l’impegno delle imprese sui mercati esteri”.
La realizzazione delle infrastrutture, inoltre, secondo Ferrari “rappresenta un’assoluta priorità per l’Emilia-Romagna e il Paese: le opere strategiche della regione sono di fatto ferme, mentre sono frequenti le occasioni per riaprire dibattiti più o meno utili”.
Sul fronte della transizione ecologica, per Ferrari “è un obiettivo strategico a cui puntare, ma è altrettanto importante non penalizzare le imprese. Il divieto di commercializzare in Europa motori benzina e diesel entro il 2035 rischia di mettere in crisi un settore centrale per l’Emilia-Romagna. La Regione deve favorire la transizione delle filiere produttive con investimenti pubblici verso tecnologie che facilitino la transizione verde e meccanismi premiali per gli investimenti aziendali nell’efficientamento energetico e nell’economia circolare”.
La mediazione trovata dal governo sul blocco dei licenziamenti “è positiva – ha proseguito Ferrari – ma è urgente arrivare a una riforma che definisca un nuovo modello di tutele per chi perde il lavoro e renda veramente efficaci gli strumenti per trovare una nuova occupazione. Le situazioni sono diverse e complesse: crisi aziendali già esistenti prima del Covid e che la pandemia ha soltanto congelato, aziende che in questi mesi hanno visto cambiare radicalmente lo scenario dei mercati in cui operano, altre che devono completare o avviare percorsi di ristrutturazione indispensabili per restare sul mercato”.
Il sistema, ha concluso il presidente Ferrari, “ha dimostrato la capacità e la volontà di tutelare le imprese e il lavoro, coniugando le necessità economiche e produttive con ogni possibile strumento di accompagnamento, tutela e riqualificazione delle persone. Il dialogo e il senso di responsabilità di tutti sono preziosi in questo momento. Dobbiamo tenere presente che in molti settori industriali la questione in campo è ben diversa dai licenziamenti, ovvero la disponibilità di personale, sia specializzato sia generico. Per questo dobbiamo diventare una regione sempre più attrattiva per i giovani in cerca di lavoro”.
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buffon sei il numero uno del pianeta terra
Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!