Lunedì 5 luglio hanno preso il via i primi lavori per il restauro, il recupero funzionale e la valorizzazione del palazzo della Reggia di Rivalta, edificio superstite del vasto complesso ispirato ai modelli di Versailles e Colorno, di cui costituiva l’ala sud. L’intervento, finanziato dal Ministero per i beni culturali e il turismo (Mibact) con due milioni di euro nell’ambito del progetto nazionale “Ducato Estense”, terminerà nel luglio del 2022.
Durante i lavori il cantiere non interferirà con le iniziative estive in programma nell’area della reggia nell’ambito della programmazione di Restate 2021, che si svolgeranno dunque regolarmente.
Il cantiere, in questo primo stralcio di lavori, si concentrerà sul consolidamento delle strutture, sulla realizzazione delle principali dotazioni impiantistiche e sul restauro delle facciate. Il progetto esecutivo del primo lotto di intervento prevede: il restauro e la riqualificazione funzionale della porzione di piano nobile (detta ala est) che va dall’androne passante al torrione est; il restauro “leggero” e il consolidamento della restante parte dell’edificio; il consolidamento dell’intero edificio per permettarne un generale miglioramento sismico, garantendo la futura flessibilità funzionale necessaria per usi diversi; restauri murari esterni delle facciate e loro ricomposizione originale (dove necessario), con riapertura di finestre monumentali e stesura degli intonaci “filologici”; restauri interni, secondo un principio per le superfici intonacate di tipo conservativo (le superfici tinteggiate interne vedranno la rimozione delle dipinture incongrue fino al raggiungimento del livello da ripristinare).
Saranno inoltre restaurate le sale monumentali, una delle quali caratterizzata da un notevole trompe l’oeil eseguito nel torrione est dal pittore modenese Giacinto Venturi (allievo di Francesco Stringa), che si occupò della dipintura dell’architettura e degli ornamenti impiegando per lo più pitture a olio e tempera. Data la scarsa qualità dei pavimenti esistenti e il loro pessimo stato di conservazione, sarà effettuato un rifacimento degli stessi coerente con gli originali.
Sono previsti inoltre una scala di collegamento con tutti i piani nel torrione est, ricavata in intercapedine, e un “montapersone” (ascensore capiente idoneo anche al servizio per persone con disabilità) per dare completa accessibilità all’edificio. Quest’ultima sarà resa possibile grazie a interventi quali: il recupero di ogni pre-esistente uscita verso i giardini, due scale dal piano nobile e un’ampia rampa in cotto, per uscire dall’interrato della torre est; la realizzazione di una modulazione del terreno, in forma di rampa verde, per consentire l’accesso all’edificio dal recuperato voltone di ingresso dell’ala est, direttamente dalla corte ducale esterna.
In autunno è previsto invece l’avvio del cantiere del parco: il recupero dei beni storico-architettonici rimasti si estenderà non solo alle grotte, al muro di cinta, alla grande fontana ovale e al belvedere, ma anche alla scalinata che collegava il palazzo al parco e alle due fontane che adornavano il parterre. Tutti questi manufatti sono tornati alla luce nel corso di ricerche, saggi e scavi archeologici propedeutici agli stessi interventi.
La scalinata, in particolare, consentirà la discesa dalla corte ducale al parco, poggiando all’estremità inferiore sul limitare del parterre, che sarà ricostituito nelle forme settecentesche. Nell’area del parterre e del parco rimarranno conservati i filari o gruppi di gelsi. Sempre in tema di verde, saranno piantati 695 nuovi alberi, che si aggiungeranno ai 240 già esistenti: al termine dei lavori, dunque, l’area sarà dotata complessivamente di 935 alberi.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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