A metà del 2019 una ragazza di 26 anni di nazionalità pakistana ha denunciato il marito – con il quale conviveva in un comune della Bassa reggiana – per maltrattamenti in famiglia. Ai carabinieri la donna ha raccontato di aver subìto per anni vessazioni di ogni tipo: botte e altri episodi di violenza tra le mura domestiche (anche davanti ai figli minori della coppia), divieto di uscire senza permesso, monitoraggio degli spostamenti; più volte, inoltre, la giovane sarebbe stata chiusa a chiave in casa, e durante la gravidanza le sarebbe stato impedito di effettuare alcune visite mediche.
In due occasioni la 26enne ha riportato lesioni che hanno reso inevitabile il ricorso alle cure del pronto soccorso: in un caso le lesioni sono state giudicate guaribili in dieci giorni, in un altro caso in una settimana.
A seguito della denuncia l’uomo, un operaio di 35 anni di nazionalità pakistana, era stato sottoposto immediatamente alla misura cautelare dell’allontanamento dall’abitazione familiare e del divieto di avvicinamento alla moglie, mentre quest’ultima era stata presa in carico dai servizi sociali.
L’iter processuale, invece, si è concluso lo scorso 20 maggio, con il marito che ha patteggiato una pena di due anni e quattro mesi di carcere. La condanna, divenuta esecutiva, ha portato l’ufficio esecuzioni penali della procura reggiana a emettere l’ordine di carcerazione per il 35enne, che mercoledì 30 giugno è stato arrestato dai carabinieri di Luzzara e accompagnato in carcere.
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Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]