A nove anni dal sisma che ha colpito l’Emilia nel maggio del 2012, la pandemia di nuovo coronavirus ha rallentato ma non ha interrotto la ricostruzione post-terremoto. Procede bene la ricostruzione privata e produttiva, mentre sta andando più a rilento quella pubblica, soprattutto per quanto riguarda gli edifici storici-culturali: è questa la sintesi del sottosegretario della giunta regionale Davide Baruffi, che ha presentato il report sullo stato della ricostruzione alla commissione territorio, ambiente e mobilità.
Ottomila edifici recuperati, 2,6 miliardi di euro liquidati su un totale di 3,1 miliardi di concessioni: la ricostruzione privata, ha spiegato Baruffi, “ha visto esaurirsi quasi tutte le pratiche, e i pochissimi casi ancora non conclusi si contano sulle dita di una mano. Senza contare l’aiuto aggiuntivo in questo campo che hanno dato alcune misure nazionali come il bonus 110%”.
Per le attività produttive sono stati liquidati 1,7 miliardi (su 1,9 miliardi complessivi) e sono 2.840 gli interventi completati: “Vuol dire – ha sottolineato il sottosegretario Baruffi – che quasi tutte le imprese sono riuscite a ricostruire e a mettere in sicurezza i propri stabilimenti. Speriamo che questa parte si concluda entro fine anno”.
Qualche difficoltà in più, invece, per quanto riguarda la parte di ricostruzione pubblica: non tanto per le scuole, dove i lavori sono stati completati velocemente, né per le chiese o per i centri storici (con questi ultimi, in particolare, che hanno beneficiato di 57 milioni di euro messi a disposizione da vari bandi per la loro rivitalizzazione), ma soprattutto per il patrimonio storico architettonico con vincoli.
In questo caso, ha ammesso Baruffi, “un terzo dei lavori è stato concluso, un terzo è in corso e un altro terzo è da avviare. Ci sono stati dei ritardi su tutto il territorio ma stiamo ragionando con il Ministero per accompagnare meglio questa parte di ricostruzione”. Il sottosegretario ha sottolineato come questi ritardi siano spalmati sul cratere in maniera non omogenea: questo anche perché “ci sono state da parte di alcune amministrazioni locali, più di altre, difficoltà a gestire una mole di lavoro notevole. Comuni molto piccoli si sono trovati a gestire molte pratiche, altri hanno già esaurito i bandi”.
Di fronte alle difficoltà anche burocratiche delle amministrazioni locali, tuttavia, la Regione Emilia-Romagna “metterà a disposizione del personale da spostare nel campo della ricostruzione pubblica”, ha promesso Baruffi. Un altro aspetto importante è infatti quello della rivitalizzazione della comunità, e in questo giocherà un ruolo fondamentale il Documento strategico regionale per la Programmazione unitaria delle politiche europee di sviluppo 2021-2027, “che permetterà di cogliere con la programmazione dei fondi le occasioni di sviluppo nella parte più colpita del terremoto, quella a nord della via Emilia”.
Ultimi commenti
Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]