Parma. Legionella, confermati 2 casi: sono 41

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12 ottobre

Sale a 41 il numero delle persone risultate positive alla legionella, dopo che sono stati confermati due nuovi casi. Si tratta di 2 pazienti: un ottantenne, residente nella zona del Montebello, e uno che ha più di 90 anni. Per quest’ultimo sono ancora in corso le inchieste epidemiologiche. Nel frattempo sono 15 i pazienti ricoverati all’Ospedale Maggiore per polmonite e risultate positive al batterio della legionella. In questo momento nedssun paziente risulta versare in condizioni critiche. Per 9 pazienti lo stato di salute è in via di miglioramento, mentre è stabile per gli altri 6, compresa la ragazza di 27 enne le cui condizioni sarebbero in progressivo miglioramento.

11 ottobre

“Negli ultimi giorni i casi si stanno riducendo in modo significativo” e “attualmente sono in corso le indagini microbiologiche quantitative sui campionamenti eseguiti. Gli esiti finora disponibili consentono di escludere l’acquedotto quale fonte di esposizione”. L’assessore alle Politiche per la salute, Sergio Venturi, è intervenuto in Assemblea legislativa per rispondere alle interrogazioni a risposta immediata dei consiglieri del Pd Lori, Iotti, Soncini, Zoffoli, Cardinali e del consigliere Rainieri (Ln) sulla legionellosi a Parma. “Sono state rilevate positività qualitative in alcune torri al servizio di Banca Intesa, spente tra il 7 e l’8 di ottobre e sottoposte a manutenzione straordinaria”, ha spiegato l’assessore, ribadendo che si è in attesa dei risultati delle analisi microbiologiche quantitative.
Venturi ha ripercorso gli eventi a partire dal 26 settembre, data in cui il Dipartimento di Sanità pubblica (DSP) dell’Azienda Usl di Parma “comunica di aver iniziato a ricevere notifiche di casi di legionellosi con frequenza superiore all’atteso”, che si sono intensificate “fino a diventare pluriquotidiane: nella settimana dal 26 settembre al 2 ottobre sono pervenute le segnalazioni di 22 casi confermati”. Segnalazioni che hanno riguardato cittadini residenti o domiciliati o comunque frequentanti una zona del quartiere cittadino compresa tra via Traversetolo, via Montebello e via Pastrengo.
L’assessore ha ricordato tutte le azioni intraprese: dagli approfondimenti epidemiologici svolti dal Dipartimento di Sanità pubblica all’indagine ambientale, con un programma di campionamenti per la ricerca del batterio. Il 28 settembre è stato concordato con Iren, gestore della rete idrica cittadina, “in via del tutto cautelativa, di garantire comunque un livello di clorazione efficace”. La Regione Emilia-Romagna, ha sottolineato Venturi, “considerata la straordinarietà dell’evento e la complessità della tematica, ha attivato un’Unità di crisi a supporto tecnico-scientifico del lavoro sul campo delle Aziende sanitarie locali, al fine di assicurare un efficace e tempestivo controllo del cluster epidemico”, in modo da arrivare a una risoluzione in tempi rapidi. L’Unità di crisi si è riunita in videoconferenza il 30 settembre e in riunione plenaria il 5 ottobre, facendo il punto “sull’evoluzione della situazione epidemiologica e sulle azioni già in atto”. Sono state fornite inoltre “indicazioni sulle ulteriori misure di controllo da adottare in relazione all’evolversi del focolaio di legionellosi”. Successivamente, ha aggiunto l’assessore, “la Regione ha individuato formalmente il coordinatore scientifico e il coordinatore operativo dell’Unità di crisi, funzione che è stata attribuita a due professionisti che hanno una grande esperienza nel settore dell’epidemiologia e della sanità pubblica. Il coordinatore operativo- ha precisato Venturi- è impegnato a tempo pieno a Parma e lo sarà fino a completa risoluzione dell’infezione”. Per quanto riguarda le “ulteriori misure” indicate dall’Unità di crisi “per individuare le cause del focolaio e giungere alla risoluzione”, si è trattato di un approfondimento aggiuntivo dei casi, di esami colturali su campioni prelevati nei pazienti per la ricerca e tipizzazione della legionella, dell’approfondimento dei dati meteoclimatici forniti da Arpae, e della proposta al Comune di Parma di adottare un provvedimento di prescrizione di trattamenti straordinari di manutenzione, pulizia e disinfezione delle torri evaporative e di raffreddamento presenti. Il 7 ottobre il Comune ha adottato un’ordinanza rivolta ai proprietari e gestori di torri di raffreddamento ad umido e di torri evaporative installate sul territorio comunale, “affinché eseguano interventi immediati di pulizia, disinfezione e trattamento”. Le linee guida nazionali e regionali per la sorveglianza e il controllo della legionellosi prevedono già, peraltro, l’attuazione di misure di controllo adeguate da parte di tutti i gestori di impianti.Venturi, infine, ha ricordato in Aula i casi di Legionella: 39, al 10 ottobre, con il decesso di due persone. Sedici i ricoverati all’Ospedale Maggiore di Parma, dei quali 11 sono in miglioramento e per 6 di questi sono previste le dimissioni già nei prossimi giorni. Gli altri 5 pazienti sono stabili, con un normale decorso della patologia. In deciso miglioramento anche le condizioni di salute della persona ricoverata all’ospedale Santa Maria di Borgotaro. “Negli ultimi giorni- ha chiarito l’assessore- i casi segnalati si stanno riducendo in modo significativo”. Sono stati effettuate 77 campionature di acqua al domicilio dei casi accertati, 3 campioni sulla rete idrica esterna (compreso un punto in piazzale Maestri), 4 campioni dell’acqua dell’irrigatore presso piazzale Maestri, 30 campioni sulle torri di raffreddamento individuate.


10 ottobre

Arriva in Assemblea legislativa il caso della legionellosi a Parma. Domani l’assessore alla sanità Sergio Venturi farà il punto della situazione rispondendo a due interrogazioni, a risposta immediata in aula, presentate dal Pd e dalla Lega nord (diretta streaming su www.assemblea.emr.it).

Il documento del Pd, presentato da Barbara Lori, prima firmataria, Massimo Iotti, Ottavia Soncini, Paolo Zoffoli e Alessandro Cardinali, chiede alla Giunta “di conoscere da cosa si sia determinata questa situazione di emergenza e quali ulteriori iniziative intenda assumere, anche in collaborazione col Comune di Parma ed Iren, per garantire la sicurezza dei cittadini e risolvere rapidamente la situazione e per prevenire ulteriori casi di contaminazione della rete idrica da legionella”. L’altra interrogazione a risposta immediata è di Fabio Rainieri (Lega nord). Per il consigliere, che sottolinea come nelle scuole si sia continuato a somministrare acqua dai rubinetti e non minerale in bottiglia, “emergono alcuni dubbi sulle azioni fino ad ora effettuate per risolvere questa grave problematica sanitaria”. Per l’interrogante “le ricerche si sarebbero concentrate per diversi giorni sull’acqua potabile, i pozzi da cui proviene e le sue condutture in quella zona della città, mentre si sarebbe tralasciato di verificare la presenza del batterio negli impianti ad aerazione presenti nel quartiere quali quelli di condizionamento domestico e soprattutto le torri ad evaporazione della sede centrale delle Poste di Parma in via Pastrengo e quelle del centro contabile di Banca Intesa in via Po, che solo ora sono diventate le principali sospettate di ospitare il focolaio di batteri causa dell’infezione”.

Un nuovo caso. In tutto sono 39. Si registra oggi un nuovo caso di positività alla legionella: sale dunque a 39 il numero complessivo delle persone risultate positive. Lo rende noto un comunicato degli Uffici stampa Azienda Usl e Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma.
Sono 16 le persone ricoverate all’Ospedale Maggiore di Parma per polmonite – viene ricordato – e risultate positive al batterio della legionella: ad oggi nessuna di queste risulta in condizioni critiche.
Attualmente 11 dei 16 pazienti sotto le cure dei medici dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria sono in miglioramento e per 6 di questi sono previste le dimissioni già nei prossimi giorni; 4 pazienti sono stabili, con un normale decorso della patologia, tra questi anche la ragazza 27 enne.
Trovato il batterio. I primi risultati preliminari e non definitivi dei campionamenti alle torri di evaporazione avviati a Parma in “un insediamento (Banca Intesa) indicano la presenza del batterio legionella. Questi esiti potranno o meno essere confermati dai risultati definitivi degli accertamenti di laboratorio nell’arco dei prossimi giorni”.

Il batterio della legionella sarebbe dunque stato individuato nelle torri di raffreddamento del centro contabile di via Langhirano: lo ha confermato l’assessore regionale alla Salute Venturi. Ora i test diranno se è davvero quella la causa del contagio.
Lo riferisce l’Ufficio stampa Azienda USL di Parma in cui si ricorda che “le indagini ambientali in corso per individuare le cause della diffusione di legionella a Parma hanno interessato anche le torri di evaporazione di alcuni grandi insediamenti, sia nella zona Montebello che in altri quartieri della città”.

Nessun nuovo caso di contagio. “Nessun nuovo caso di legionella, migliorano o sono stabili i ricoverati in ospedale: rimane dunque invariato a 38 il numero complessivo dei casi risultati positivi a Parma. Nella giornata di oggi si conferma quindi il miglioramento della situazione nel suo complesso, anche grazie al fatto che dal 4 ottobre non si segnalano nuovi pazienti con i sintomi della malattia”. Lo riferisce una nota di Ausl e Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma sull’epidemia di legionella che ha colpito una zona della città. “Si ricorda – viene aggiunto – che se alcune persone confermate positive sono state ricomprese nel conteggio, anche se non vivono o non lavorano nella zona Montebello, è perché hanno dichiarato ai sanitari di aver frequentato di recente la zona, dove si concentra la maggior parte dei casi. Sono attualmente 15 le persone ricoverate per polmonite da legionella al Maggiore, dopo le dimissioni oggi di un altro paziente. Per 11 condizioni in miglioramento, mentre per gli altri 4 sono stabili”.

8 ottobre

Due nuovi ricoveri in seguito all’epidemia di legionella scoppiata nel quartiere Montebello di Parma.

Nei giorni scorsi due persone anziane erano decedute, mentre una ragazza di 27 anni, ricoverata in rianimazione, ora sta progressivamente reagendo alle cure. I casi accertati di morbo del legionario, a ora, sono 37.
Nel frattempo il sindaco Federico Pizzarotti ha firmato l’ordinanza per imporre “ai proprietari e gestori delle attività presso le quali sono installate apparecchiature per il raffreddamento dell’acqua riconducibili alla tipologia ‘Torri di raffreddamento ad umido e condensatori evaporativi’ installate nel territorio comunale, di comunicare immediatamente al Comune di Parma e all’USL (Servizio Igiene e Sanità Pubblica e Servizio Prevenzione e Sicurezza degli Ambienti di Lavoro) la presenza di tali apparecchiature, accompagnata dalla relazione tecnica descrittiva del funzionamento, planimetria e prospetti dell’insediamento, in cui sia messa in evidenza la collocazione delle suddette apparecchiature”.

7 ottobre

Due nuovi contagi da morbo del legionario a Parma e così i casi di legionella salgono in tutto a 37. Due persone sono morte nei giorni scorsi e una 27enne è ricoverata in gravi condizioni. Nella zona del quartiere di Montebello è costante l’allarme, ma ormai l’attenzione si allarga sul territorio cittadino.

Attualmente le persone ricoverate al Maggiore da polmonite per legionella sono 20.
Per quanto rigurada i pazienti in cura al Maggiore sono positive le notizie per i due pazienti giudicati da alcuni giorni in condizioni serie dai medici. Positive, anche e con molta cautela, anche le notizie sulla giovane di 27 anni ricoverata in rianimazione.

6 ottobre

Un coordinatore tecnico-scientifico dell’Unità di crisi e un coordinatore operativo. Sono, rispettivamente, Maria Luisa Moro, direttore dell’Agenzia sociale e sanitaria regionale, e Roberto Cagarelli, del Servizio prevenzione collettiva e sanità pubblica: la Regione Emilia-Romagna ha ritenuto opportuno indicarli in seguito all’incontro dell’Unità di crisi avvenuto ieri a Parma, in cui gli esperti presenti hanno individuato ulteriori misure da attuare in base all’evoluzione del focolaio epidemico di Legionella. “Come Regione interveniamo in modo che venga fatto tutto il necessario per arrivare a una rapida e definitiva risoluzione della legionellosi: un coordinamento delle attività va proprio in questa direzione” sottolinea l’assessore alle Politiche per la salute, Sergio Venturi. Roberto Cagarelli sarà impegnato a tempo pieno a Parma fino alla completa risoluzione dell’infezione. Oggi sarà presente sia all’incontro del pomeriggio tra il Comune e le Aziende sanitarie di Parma, sia all’assemblea pubblica organizzata per le ore 21 all’Auditorium della scuola “Don Milani”. “Fin dai primi casi riscontrati a Parma, la Regione si è attivata immediatamente per monitorare la situazione e assicurare alle istituzioni e alle Aziende sanitarie il supporto necessario per individuare e risolvere le cause dell’infezione- ricorda l’assessore- . Venerdì scorso si è svolta una video conferenza tra esperti regionali e aziendali per una prima valutazione della situazione e degli interventi messi in campo dalle Aziende sanitarie”. Ieri, la riunione a Parma degli esperti “che compongono l’Unità di crisi attivata dalla Regione la scorsa settimana. Dopodiché- conclude Venturi- abbiamo deciso subito di affidare il coordinamento dell’Unità a due nostri professionisti, che vantano una grande esperienza nel settore dell’epidemiologia e della sanità pubbliche. In particolare, Roberto Cagarelli coordinerà l’adozione delle misure integrate e degli interventi che si renderanno eventualmente necessari”. E’ stato reso noto che a mercoledì 5 ottobre i casi segnalati erano saliti a 35, di cui 4 in attesa di conferma. Attualmente i pazienti ricoverati sono 20. Ci sarebbe anche una ragazza di 27 anni in Rianimazione ma non se ne fa cenno esplicitamente nelcomunicato delle autorità.

Primo incontro a Parma, per l’Unità di crisi istituita dalla Regione Emilia-Romagna a fronte dell’epidemia di legionellosi che ha colpito in particolare la zona urbana di Montebello. Esperti delle Aziende sanitarie di Parma, dei servizi regionali, di Arpae e dell’Istituto superiore di sanità (Iss) hanno fatto il punto sui casi segnalati e sui risultati dei controlli effettuati, mantenendo costantemente informato il ministero della salute.
Il Dipartimento di sanità pubblica dell’Azienda Usl di Parma ha avviato per tutti i casi un’indagine epidemiologica e un’indagine ambientale, per individuare le possibili fonti di esposizione; sono tuttora in corso prelievi di campioni di acqua per la ricerca del batterio Legionella, che vengono analizzati da Arpae, delle sezioni di Reggio Emilia e di Bologna. In particolare, si tratta di acqua della rete domestica a domicilio delle persone positive, della rete di distribuzione idro-potabile, degli impianti di irrigazione e delle torri di raffreddamento, all’interno e all’esterno della zona urbana interessata.
I primi risultati relativi ai campioni raccolti a domicilio dei casi positivi alla Legionella sono negativi. Nei prossimi giorni, compatibilmente con i tempi tecnici necessari alla ricerca di laboratorio, saranno disponibili ulteriori risultati che potranno fornire un quadro complessivo della situazione. D’intesa con il Comune, sono stati già adottati alcuni provvedimenti cautelativi sulla rete idro-potabile interessata, sull’utilizzo di impianti irrigui, sul funzionamento di torri evaporative. Ad oggi, i casi segnalati sono 35, di cui 4 in attesa di conferma. Attualmente i pazienti ricoverati sono 20. Due le persone decedute.
L’Unità di crisi ha valutato positivamente gli interventi finora messi in atto dalle Aziende sanitarie. Verranno adottate ulteriori misure, in accordo con il Comune di Parma, che saranno dettagliate nelle prossime ore anche in base all’evolversi del focolaio epidemico.


5 ottobre

Dopo i decessi di due anziane di 77 e 86 anni e di 31 casi registrati a Parma negli ultimi giorni, la procura di Parma ha aperto un fascicolo di indagine sul contagio da legionella che ha colpito il quartiere di Montebello nella città emiliana.L’indagine per ora sarebbe contro ignoti. Mentre i reati ipotizzati sono quello di omicidio colposo, lesioni ed epidemia colpose. Nel primo pomeriggio si è svolto un summit dell’Unità di Crisi istituita dalla Regione Emilia-Romagna.

Il decesso. Una donna di 77 anni è morta all’ospedale Maggiore di Parma dove era ricoverata dopo avere contratto la legionella. Nel giro di pochi giorni è il secondo decesso di una paziente. I casi conclamati sono saliti a 31.

L’Asl di Parma ha poi spiegato che l’anziana era stata ricoverata per una grave difficoltà respiratoria. Aveva la febbre alta e presentava gravissime e concomitanti patologie pregresse. Dopo l’arrivo in Pronto soccorso nella tarda serata di sabato primo ottobre era stata messa sotto stretto controllo medico nel reparto di osservazione breve e intensiva. Mentre da lunedì 3 ottobre era in cura nella struttura di Medicina interna e Lungo degenza critica del Maggiore.
L’allerta per l’epidemia di legionella non accenna dunque ad allentarsi. Intantio, mercoledì 5 ottobre è convocato un incontro tra professionisti delle due Aziende sanitarie e della Regione Emilia-Romagna, alla presenza di esperti dell’Istituto Superiore di Sanità. Alla luce di quanto finora fatto e dei primi referti disponibili, si potranno fare le prime ipotesi sulla fonte del contagio.
Mentre gioveì 6 ottobre il sindaco Federico Pizzarotti parteciperà al tavolo inter istituzionale con le Aziende sanitarie per fare il punto della situazione, dopo la riunione tecnica dell’Unità di crisi regionale con l’Istituto Superiore della sanità. Sempre giovedì, alle 21, si terrà una serata pubblica con Ausl, Iren e tutti i soggetti coinvolti, all’interno dell’auditorium della scuola don Milani di va Montebello.