Mercoledì 26 maggio è stato presentato il nuovo piano regionale dei rifiuti e della bonifica dei siti inquinati dell’Emilia-Romagna, che punta a unire le politiche della Regione su due punti strategici: la promozione dell’economia circolare e la definizione delle strategie per la riduzione dei rifiuti e degli sprechi. L’obiettivo è quello della transizione ecologica, nella direzione del riconoscimento dell’importanza delle materie prime e del valore del recupero dei rifiuti e della conservazione della natura.
A sintetizzare i punti salienti in assemblea legislativa è stata l’assessora regionale all’ambiente Irene Priolo durante la presentazione degli obiettivi strategici e delle scelte generali del Piano regionale di gestione dei rifiuti e per labonifica delle aree inquinate 2022-2027.
Tra le azioni previste dal piano regionale figurano lo sviluppo di impianti integrati anaerobico/aerobico con produzione di biometano per il trattamento della frazione organica dei rifiuti urbani; un maggiore contributo degli impianti di teleriscaldamento; la sistemazione finale delle discariche di rifiuti esaurite, con l’installazione di impianti di pannelli fotovoltaici in coerenza con la risoluzione approvata dall’assemblea legislativa.
“È l’avvio – ha spiegato l’assessora Priolo in aula – di un percorso robusto e di un confronto ampio, anche con il territorio, gli enti locali, i gestori e con chi ha condiviso il Patto per il lavoro e il clima”. L’Emilia-Romagna, ha continuato l’assessora, “è già in posizione avanzata e ha raggiunto gli obiettivi fissati dalla Ue per il 2035. Siamo la prima regione in Italia a scrivere una legge sull’economia circolare”.
Un altro aspetto sottolineato dall’assessora Priolo è quello relativo alla bonifica dei siti, “dato che accompagneremo i territori anche con una semplificazione normativa. La composizione del piano, e il suo monitoraggio, occuperà tutto il 2021. Il monitoraggio non sarà solo annuale, ma è prevista una verifica semestrale di confronto con gli enti locali”. Un salto di qualità “che dovrà essere fatto con i cittadini e le imprese”, ha proseguito l’assessora regionale, senza dimenticare il ruolo delle imprese, “che dovranno innovare il trattamento dei rifiuti per applicare l’economia circolare”.
Il piano si rivolge infatti proprio alle imprese nel tentativo di promuovere un nuovo modello di produzione finalizzato a ridurre i rifiuti, ripensare il packaging, riutilizzare i rifiuti incrementando altresì il ciclo di vita, la durabilità e la sostenibilità dei beni – in contrapposizione a strategie industriali che si basano sull’obsolescenza programmata o pianificata dei prodotti.
L’Emilia-Romagna, come si legge nel piano, è quasi in linea con gli obiettivi ambientali: la raccolta differenziata dei rifiuti è al 71% (l’obiettivo è il 73%), il tasso di riciclo è al 63% (l’obiettivo è il 70%), la produzione di rifiuti è a quota 667 kg per abitante (contro un obiettivo di 539 kg).
Per la quota pro capite di rifiuti urbani, il nuovo piano ha messo in agenda una quantità pari a 120 kg l’anno. La raccolta differenziata dovrà essere aumentata fino all’80%, ed essere di maggiore qualità. I rifiuti solidi urbani portati in discarica sono all’1,66%, contro l’obiettivo del 2035 di conferire quantità inferiori al 10%. E per i rifiuti speciali è prevista una riduzione del 10% di quelli da mandare in discarica, puntando sui sottoprodotti utilizzati per la produzione e incrementando il loro mercato.
Per quanto riguarda le discariche, infine, è previsto che non ne siano autorizzate altre, mentre su quelle bonificate dovranno nascere impianti per la produzione di energia verde, con l’utilizzo del fotovoltaico.
Ultimi commenti
Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]