In autunno in ER al voto Bologna e altri 46 comuni

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Il dibattito sulle primarie per la scelta del candidato sindaco del centrosinistra a Bologna ha negli ultimi giorni acceso i riflettori sulle elezioni amministrative del prossimo autunno. Si sarebbero dovute svolgere entro il 15 giugno, ma l’evoluzione della pandemia ha portato alla decisione di un rinvio a inizio autunno.
Non è ancora stata fissata la data del voto, ma quella più probabile sembra essere il 10 ottobre, con eventuale turno di ballottaggio due settimane dopo, il 24. In Emilia-Romagna non si vota solo a Bologna, ma in altri 46 Comuni. Le due città più importanti chiamate alle urne sono gli altri due Comuni capoluogo, ovvero Ravenna e Rimini.

A Ravenna il sindaco uscente Michele De Pascale (Pd) si candida per un secondo mandato, mentre nel centrodestra è ancora in corso il dibattito per individuare il candidato da opporgli.

A Rimini, invece, la situazione è analoga a quella di Bologna: il sindaco Andrea Gnassi sta completando il suo secondo mandato e quindi non si può candidare. Nel Pd si sono fatti avanti in due: l’assessore Jamil Sadegholvaad e la presidente dell’assemblea regionale Emma Petitti. Anche qui, invece, nel centrodestra il dibattito sui nomi è ancora lontano dall’individuazione di un candidato.
Si vota, poi, in sei Comuni superiori ai 15mila abitanti, ovvero quelli in cui è previsto il ballottaggio se nessuno dei candidati dovesse raggiungere la maggioranza assoluta dei voti al primo turno. Due sono governati dal centrodestra, Finale Emilia e Pavullo nel Frignano (Modena), uno dal centrosinistra Cesenatico (Forlì-Cesena) e uno dal M5s Cattolica (Rimini), mentre gli altri due, San Giovanni in Persiceto (Bologna) e Cento (Ferrara) da esponenti di liste civiche che hanno mandato all’opposizione sia i partiti di centrosinistra che quelli di centrodestra.
Sono chiamati al voto anche altri 38 Comuni con popolazione inferiore ai 15mila abitanti dove, quindi, si voterà con un turno unico.