Martedì 20 aprile i carabinieri del nucleo investigativo e della sezione investigazioni scientifiche di Bologna hanno effettuato un nuovo sopralluogo nell’area del Parco Nord di Bologna dove lo scorso 23 marzo erano stati trovati resti umani e un giubbotto con dentro la patente di Biagio Carabellò, l’operaio 46enne scomparso dal novembre del 2015. Il ritrovamento aveva fatto riaprire l’inchiesta sulla scomparsa dell’uomo, che era stata archiviata alla fine del 2018.
Al sopralluogo ha preso parte anche l’équipe dell’anatomopatologa Cristina Cattaneo (docente di Medicina legale e antropologia all’Università Statale di Milano e responsabile del laboratorio Labanof), che è stata recentemente incaricata dalla procura felsinea di collaborare agli accertamenti, per analizzare i resti e cercare di risalire alle cause della morte.
Nel corso dell’intervento è stato drenato il canale ed è stata ispezionata nuovamente l’intera area verde alla ricerca di eventuali altri resti umani o oggetti che potrebbero appartenere alla vittima. Gli inquirenti sono ancora in attesa della conferma ufficiale che le ossa umane trovate a marzo appartengano effettivamente a Carabellò, conferma che potrà arrivare dai risultati dell’esame del Dna effettuato dai Ris di Parma.
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Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]