Riaprire in sicurezza le attività di ristorazione, prevedendo un allungamento degli orari e definendo una road map per far ripartire il settore degli eventi, che rischia di veder andare in fumo quasi due anni di fatturato: sono queste le richieste avanzate al governo dalle imprese artigiane del settore associate a Cna, che hanno ricordato come le attività di ristorazione siano state tra quelle più penalizzate, tra aperture a intermittenza e ristori giudicati “largamente insufficienti” per un comparto da quattro milioni di posti di lavoro a livello nazionale.
La Confederazione nazionale dell’artigianato ha invitato l’esecutivo a iniziare a progettare la riapertura in tempi brevi: a fronte di un miglioramento dei dati epidemiologici, è il ragionamento di Cna, “è ormai improrogabile ragionare della riapertura anche di questo comparto”. Gli operatori, ha assicurato l’organizzazione di rappresentanza, “sono ben disposti a giocare un ruolo da protagonisti nell’assicurare un rigoroso insieme di regole” che garantiscano la sicurezza (distanziamento dei posti, limitazione degli accessi, registrazione dei clienti), a patto che “venga permesso di riprendere l’attività ed evitare la chiusura di molte aziende”.
La proposta di Cna comprende l’ampliamento della fascia di apertura delle attività di ristorazione fino alle 23, con obbligo di prenotazione (generalità di chi la effettua, numero delle persone previste al tavolo ed eventuale stato di convivenza), accesso al locale non oltre le 21 e vincolo di consumo al tavolo.
“Ristoranti, bar, gelaterie e pasticcerie hanno adeguato le proprie attività alle regole dei protocolli e hanno sperimentato un modello virtuoso”, ha ribadito Cna, che ha chiesto alle istituzioni di accelerare l’iter delle riaperture “perché molti operatori sono allo stremo”.
Analoga la situazione per il comparto degli eventi, rispetto al quale Cna ha chiesto di avviare con urgenza un confronto “per farlo ripartire in sicurezza e gradualmente”. In questo caso la proposta dell’associazione prevede in una prima fase che l’apertura riguardi solo le cerimonie civili e religiose, “paragonabili al pranzo al ristorante in zona gialla”, con relativi protocolli ma con alcune condizioni aggiuntive: informare le autorità competenti almeno sette giorni prima della cerimonia, predisporre l’elenco dettagliato degli invitati, assicurare il distanziamento di almeno un metro e mezzo tra gli ospiti, divieto dell’attività di ballo.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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