Arriveranno in questi giorni di metà aprile, direttamente sui conti correnti delle imprese beneficiarie, i ristori economici stanziati dalla Regione Emilia-Romagna per le attività di somministrazione di alimenti e bevande, fortemente penalizzate dalle restrizioni e dalle chiusure imposte dai vari Dpcm per contenere l’impatto dell’emergenza sanitaria Covid-19.
A poco più di un mese dalla chiusura del bando, la Camera di Commercio di Reggio (incaricata della gestione della procedura) ha già fatto partire i primi accrediti delle somme riconosciute a oltre 1.200 tra bar e ristoranti della provincia reggiana, ai quali andranno complessivamente quasi due milioni e mezzo degli oltre 21 milioni di euro messi a disposizione dalla misura regionale per l’intera Emilia-Romagna.
A fronte delle 1.258 domande presentate da aziende reggiane con codice Ateco primario 56.10.11 o 56.3, quelle ammesse al finanziamento sono state 1.245: di queste 731 riguardavano bar e 514 invece ristoranti. Oltre all’attività economica determinata dal codice Ateco, tra i requisiti di ammissibilità era richiesta la presenza di almeno un’unità locale aperta al pubblico sul territorio dell’Emilia-Romagna e l’aver fatto registrare un calo del fatturato medio pari o superiore al 20% nel periodo compreso tra il primo novembre e il 31 dicembre 2020 – rispetto allo stesso periodo del 2019.
Tra i pubblici esercizi reggiani che riceveranno il contributo, un terzo è insediato nel comune capoluogo (417), una sessantina nel territorio comunale di Scandiano, oltre quaranta invece in ciascuno dei territori comunali di Correggio, Casalgrande, Rubiera e Castelnovo ne’ Monti. Il 48% degli esercizi ammessi ai ristori regionali, invece, è dislocato nei restanti comuni della provincia.
Nell’89,7% dei casi (1.117 unità) si tratta di micro imprese, ovvero con un numero di addetti compreso tra 1 e 9; sono invece 122 le imprese beneficiarie con un organico tra i 10 e i 49 addetti, e sei le imprese di media dimensione (50 addetti e oltre). Per quanto riguarda la forma giuridica, oltre quattro attività su dieci (555 unità) sono imprese individuali, il 38,4% (478 unità) sono società di persone, 202 sono società di capitale e dieci sono cooperative.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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