Il comandante del corpo unico di Polizia locale Bassa Reggiana Carlo Alberto Romandini, in relazione a quanto apparso negli ultimi giorni sulla stampa locale in merito alle dichiarazioni della sindaca di Brescello Elena Benassi, ha smentito l’avvio di un’indagine interna alla Municipale sui fatti di Brescello (che nel 2016 fu il primo Comune nella storia dell’Emilia-Romagna a essere sciolto per infiltrazioni mafiose): “Ritengo opportuno precisare che la sindaca, come già riportato da qualche testata, intendeva solo acquisire ulteriori informazioni da me in un’ottica di reciproca fiducia”.
Secondo Romandini “esprimere giudizi o fare presunzioni senza aver prima letto per intero la sentenza è alquanto azzardato e fuorviante, tanto più se, come è stato fatto, si cerca di riassumere in poche righe il contenuto di un verdetto di oltre 1.500 pagine”. Il riferimento potrebbe essere a un passaggio della sentenza del processo di ‘ndrangheta “Grimilde”, che ha portato a 41 condanne e al riconoscimento dell’associazione mafiosa, in cui si dice che “la situazione non appare cambiata, almeno nelle sue manifestazioni spicciole esteriori, dato che anche all’attualità la polizia municipale di Brescello non fa la multa in caso di sanzioni stradali, tipo divieto di sosta, agli appartenenti della famiglia Grande Aracri”.
Il comandante ha replicato sottolineando che “se nel corso delle indagini fossero emersi elementi o episodi di illiceità riferiti alla condotta dei miei operatori ci sarebbe stata un’indagine penale, visto che si tratta di reati perseguibili d’ufficio e il giudice avrebbe agito di conseguenza”. “Per quanto mi riguarda – ha aggiunto Romandini – non ritengo di dover fare alcuna indagine perché non solo sono certo della correttezza del comportamento tenuto dai miei operatori, ma anche perché fino ad oggi abbiamo ricevuto dalla magistratura attestati di stima per il lavoro svolto e per la collaborazione sempre fornita alle attività di indagine svolte dalle altre forze di polizia”.
“Come Corpo unico Bassa Reggiana – ha spiegato Romandini – abbiamo sempre lavorato contro la presenza di infiltrazioni mafiose in stretta collaborazione prima con la struttura commissariale, che ha guidato il Comune di Brescello negli scorsi anni, e successivamente con l’attuale amministrazione comunale e con tutte le altre forze dell’ordine. Sempre massima e costante è stata ed è la nostra attenzione a quanto succede sul territorio in merito alle attività illecite che si sono presentate e che potrebbero presentarsi in futuro. Nessuno sconto di pena, lo ripeto, è e sarà riservato a chi commette reati o tiene comportamenti contrari alla legge. Esiste presso il nostro comando una cospicua quantità di sanzioni e atti ufficiali che parlano in tal senso”.
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Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]