«Con un intervento in Parlamento nell’ottobre 2020, il governo italiano rende noto di aver dato pieno accesso agli inquirenti di Bologna alla consultazione degli archivi dei servizi segreti, comprese le informazioni “top secret”, in relazione alla strage della stazione di Bologna. Vi troverebbero rapporti sinora mai visionati su Paolo Bellini, Gilberto Cavallini, Carlo Maria Maggi e altri esponenti dei Nar [Nuclei armati rivoluzionari], di Ordine nuovo e di Avanguardia nazionale [tutte organizzazioni di estrema destra, NdR].
Non è la rivelazione di dettagli rilevanti della trama del libro che spegne, nel nostro caso, l’effetto sorpresa. L’effetto sorpresa sta, invece – per chi non ha seguito dettagliatamente le gesta criminali del «bandito» reggiano Paolo Bellini – nelle oltre duecento pagine precedenti. Ricche di colpi di scena costituiti dall’intreccio sanguinoso e tragico fra estremismo di destra, servizi segreti, apparati dello Stato, malavita comune, mafia e ´ndrangheta. Insomma, un ginepraio. E Vignali, con pazienza certosina, ci conduce, come un novello Caronte, nei gironi infernali dell’omicidio e della strage, di cui Paolo Bellini è tutt’altro che «una testa di legno».
Il profilo di Bellini, scrive l’autore, «sembra inserirsi con più credibilità in quella categoria che alcuni studiosi del fenomeno della Guerra Fredda inquadrano come uomini-cerniera, capaci di muoversi sulla più scivolosa delle frontiere, dove pezzi della Stato e anti-Stato talvolta si toccano, dialogano, fanno patti indicibili».
Un libro necessario per districarsi nella vita criminosa e spericolata della «primula nera», alias Paolo Bellini, che si intreccia con la storia dell’Italia tra gli anni Settanta e i Novanta del secolo scorso. Rocambolesche fughe protetto dall’“internazionale” nera che aveva, negli anni Settanta del Novecento, canali sicuri che arrivavano in Spagna e in Portogallo e attraversavano l’Atlantico per sfociare in quegli Stati sudamericani retti da giuste militari golpiste, in particolare Cile, Brasile, Uruguay, Paraguay.
L’estremista di destra fascista Bellini – che si incolperà, molto anni dopo, del delitto Campanile, avvenuto a Reggio Emilia nel giugno 1975 – dopo il ferimento di Paolo Relucenti nel dicembre 1976, espatria clandestinamente con la protezione dell’“internazionale nera” e rientra in patria come Roberto Da Silva, brasiliano, identità sotto la quale si nasconderà dal 1977 al 1981.
Una vicenda – e ciò che nasconde e poi rivelerà ma solo in parte – se non grondasse sangue sarebbe tutta ridere, una farsa. L’autore – chiosando la famosa frase di Carlo Marx (la storia si ripete sempre due volte, la prima come tragedia la seconda come farsa) – scrive: «in Italia più spesso può accadere il contrario: ovvero che la farsa sia uno dei metodi attraverso i quali occultare la tragedia». Neppure il padre, fra gli amici e i conoscenti che lo incontrano, lo riconosce quale Paolo, suo figlio.
Ed è tutto dire. E fra questi “no fisionomisti” c’è anche Ugo Sisti, l’ex procuratore generale di Bologna, che, alcuni giorni dopo la strage di Bologna, per rilassarsi, come dichiarò lui stesso, va all’albergo Mucciatella (a Punianello, in provincia di Reggio Emilia) di proprietà dell’amico Aldo, il padre di Paolo, che nel frattempo è ricercato e latitante. Una figura ambigua quella di Ugo Sisti. Secondo Vito Zincani, giudice istruttore durante la prima inchiesta sulla bomba del 2 agosto 1980, il ruolo dell’ex procuratore generale di Bologna sarebbe stata «centrale per inquadrare quello di Paolo Bellini».
Tra furti d’arte, omicidi politici, d’onore e ʼdranghetisti; chiamate in causa per le stragi mafiose del 1993 e per la trattativa stato-mafia; per i personaggi che entrano ed escono dalla trama, il lettore rischia di perdersi nella storia turbinosa e sfilacciata della «primula nera».
L’autore, però, con buona scrittura e tanta attenzione, riesce a farci riprendere, ogni volta, il filo della narrazione sul vortice di vicende venute a galla solo dopo il 10 giugno 1999, quando il bandito decide di pentirsi e di collaborare con lo Stato.
Ne leggerete delle belle, come si dice.
Povera Patria.
(Giovanni Vignali, L’uomo nero e le stragi. Dall’eccidio di Bologna alla Trattativa con la mafia. Il mistero del neofascista Paolo Bellini, PaperFirst 2021, pp. 239, euro 14,00 Recensione di Glauco Bertani).
Si ringrazia la Libreria del Teatro, via Crispi 6, Reggio Emilia.
COLONNA SONORA:
ECHO & THE BUNNYMEN, The Killing Moon
THE ROLLING STONES, Sympathy For The Devil
THE SISTERS OF MERCY, Black Planet
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