Nel pomeriggio di martedì 2 marzo la Conferenza dei sindaci della Città metropolitana di Bologna, con una decisione unanime condivisa anche con la Regione Emilia-Romagna, ha stabilito la necessità di adottare un provvedimento per rendere tutta l’area metropolitana felsinea zona rossa da giovedì 4 marzo a domenica 21 marzo compresa, alla luce della pesante incidenza dei contagi di nuovo coronavirus sul territorio.
A livello nazionale la soglia critica è considerata quella a partire da 250 casi ogni 100mila abitanti, soglia abbondantemente superata in tutti i Comuni dell’area metropolitana bolognese. I dati relativi all’ultima settimana di febbraio nel territorio dell’Ausl di Bologna (elaborati quindi successivamente alla decisione di istituire la zona “arancione scura”) parlano di una media di 400 casi ogni 100mila abitanti, con 13 comuni sopra i 500 casi e una media del distretto Appennino di ben 584 casi ogni 100mila abitanti.
Nel provvedimento della Regione saranno compresi anche i nidi e le scuole d’infanzia, oltre alle attività commerciali ritenute non essenziali.
“La preoccupazione dei sindaci è molto alta ed è condivisa anche dai primi cittadini delle zone meno colpite del territorio, e per questo occorre intervenire con urgenza”, ha spiegato il sindaco di Bologna e della Città metropolitana Virginio Merola: “Il tema dei comportamenti individuali è più che mai fondamentale. L’appello che facciamo è che le persone escano di casa solo per recarsi al lavoro, per necessità e per motivi di salute, e che siano rispettate le norme sanitarie individuali”.
“A nome dei sindaci di tutta la Città metropolitana di Bologna chiedo al governo di accelerare il piano di vaccinazione in tutti i modi possibili e di prevedere adeguate integrazioni economiche per le attività coinvolte dal provvedimento di zona rossa che adotterà la nostra Regione, così come i congedi parentali anche retroattivi per i genitori”.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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