Dicono la segretaria del Partito democratico della provincia di Reggio Emilia Gigliola Venturini e Francesca Bedogni, assessora al Sociale Unione Val d’Enza e sindaca nel comune di Cavriago: “L’affido familiare è uno strumento mirato a tutelare il minore, che ha una durata stabilita e che termina sempre quindi con un rientro nella famiglia di origine tranne nei casi di revoca della potestà genitoriale. In ogni Comune italiano ed Europeo, e quindi anche in Val d’Enza, i minori collocati temporaneamente in affido familiare prima o dopo rientrano nella famiglia di origine. In questo senso il rientro del minore nella sua famiglia naturale rappresenta il successo del lavoro del Servizio Sociale. Trasformare il punto di approdo naturale di questo percorso, definito con precisione dalla legge, in una notizia o, peggio ancora, in una “clava” da agitare per ragioni politiche significa non conoscere la legge che regola i percorsi di protezione dei minori, fare disinformazione e, cosa ancor più grave, impedire che si sviluppi un dibattito serio, sano e necessario sul tema. A distanza di quasi due anni da quando l’inchiesta sui servizi sociali della Val d’Enza è balzata agli onori della cronaca, ci sono ancora pseudopolitici che sul tema della protezione dei minori pensano di poter speculare in modo volgare ed evidentemente inutile.
Una delle conseguenze più gravi dello sciacallaggio messo in campo da diverse forze politiche tra cui la Lega di Salvini, Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni o il Movimento 5 Stelle di Di Maio, è stato quello di consentire che un tema così delicato ma anche così attuale ed importante come la protezione dei minori venisse banalizzato, ridotto a slogan, mercificato e svuotato di ogni contenuto che invece merita di essere conosciuto e dibattuto.
I danni causati da questa mercificazione e da questo modo brutale di trattare le questioni non li ha pagati il PD, contrariamente a quello che Salvini sperava chiudendo la sua campagna elettorale per le elezioni regionali in Val d’Enza, li hanno pagati e li pagano i bambini che in tutto il paese subiscono violenze e maltrattamenti nell’indifferenza generale finendo in prima pagina solo quando purtroppo è tardi per poterli proteggere. I danni causati da questa politica, da una certa subcultura che vorrebbe normalizzare il fenomeno del maltrattamento sui minori, li paga chi ogni giorno lavora con coscienza e responsabilità per proteggere i minori in sofferenza perché si scontra con un clima di diffidenza strumentalmente alimentata che complica il suo lavoro e rischia di mettere in pericolo operatori, minori e famiglie.
Infine li paga il paese quello sano, che lavora, che crede nel valore della solidarietà e della cura, che si vede negare la possibilità di essere rappresentato da politici preparati, seri e responsabili che dovrebbero promuovere un confronto approfondito sul tema della protezione dei minori e definire norme capaci di sostenere le famiglie in difficoltà.
La politica dei tweet, urlata, volgare ed ignorante (nel senso di non preparata nel merito delle questioni), che non è in grado di produrre una sola proposta degna di questo nome, ha finito il suo tempo lasciando nel paese solo macerie. Si apra una stagione nuova fatta di studio, ascolto, confronto, lavoro ed impegno. Se Salvini o la Santanchè vogliono imparare come si fa ci vengano a trovare, saremo lieti di insegnarglielo, noi di Reggio Emilia, noi della Val d’Enza, noi di Bibbiano”.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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