A quattro mesi di distanza dalla dura presa di posizione di Confcooperative Reggio contro l’Inps, la questione relativa all’inquadramento delle coop artigiane (tutte a rischio di chiusura, secondo la centrale cooperativa, proprio per le scelte fatte dall’Inps “in spregio alle leggi vigenti” e con atteggiamenti definiti “arroganti”) ha registrato una svolta decisiva che apre nuove prospettive tanto per la nascita di nuove imprese quanto per la salvaguardia di quelle già attive.
L’istituto previdenziale, ha sottolineato Confcooperative Reggio, “ha finalmente ascoltato le nostre istanze e riconosciuto le nostre tesi, tutte legate a un dettato legislativo che per i soci lavoratori delle coop artigiane riconosce l’inquadramento alla gestione autonoma e non, come invece si è verificato nei comportamenti dell’Inps, l’assoggettamento alla ben più onerosa e insostenibile contribuzione che riguarda i rapporti di lavoro subordinato”.
Un orientamento adottato nel 2017 che, come ha ricordato la centrale cooperativa reggiana, “abbiamo sempre ritenuto incompatibile proprio con la figura dell’artigiano socio di cooperativa e con tutti i provvedimenti legislativi degli ultimi vent’anni, dalle sentenze della Corte di cassazione (già nel 2001) a quelle, più recenti, di diversi tribunali italiani”.
Il duro contenzioso aveva già causato la chiusura di un quarto delle cooperative artigiane aderenti a Confcooperative e, in questi ultimi mesi, ha messo a rischio la sopravvivenza di una ventina di imprese, con 220 soci artigiani e 15 milioni di euro di fatturato. La vertenza si è sbloccata dopo che lo scorso ottobre Confcooperative Reggio aveva portato il confronto a un punto di rottura, inviando una memoria-denuncia al prefetto di Reggio e a diversi parlamentari emiliani con la richiesta di dar vita “a concrete azioni nei confronti dell’Inps”.
La risposta della politica, ha osservato la centrale cooperativa, “c’è stata e si è avviata anche in altre regioni, tanto da consentire il decisivo confronto tra la nostra organizzazione e l’Inps che ha determinato l’accoglimento delle nostre istanze, peraltro perfettamente in linea con gli orientamenti del Ministero del lavoro”.
Secondo la centrale di Largo Gerra “era peraltro inspiegabile e inaccettabile che il regime previdenziale negato dall’Inps ai soci delle cooperative artigiane fosse invece riservato a quelli che si riuniscono in srl, con un evidente, immotivato e inaccettabile pregiudizio verso le imprese cooperative”.
“Siamo molto soddisfatti del risultato ottenuto, seppure così faticosamente e dovendo scontare la perdita di soci artigiani che non sono riusciti a resistere con le loro cooperative”, ha commentato il presidente di Confcooperative Reggio Matteo Caramaschi: “Ora siamo impegnati nel far sì che molto rapidamente vengano risolte le questioni ancora aperte per una ventina di imprese e, al contempo, possiamo finalmente riprendere il percorso di promozione di quelle coop artigiane che avevano registrato sviluppi molto significativi nel nostro territorio consentendo, anche in questo ambito, l’applicazione di principi di solidarietà e mutualità che non sono basati sull’apporto di capitale, come in altre forme di impresa, bensì sulla pari dignità tra i soci”.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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