Reggio. Covid 19 e vaccini nelle case di riposo. Marchi: troppo pochi gli operatori che hanno aderito

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Dice Daniele Marchi, assessore al Welfare del Comune di Reggio Emilia in merito alle vaccinazioni nelle case di riposo reggiane: “Riuniremo la prossima settimana, assieme all’Ausl, il Comitato di Distretto di Reggio Emilia – composto dal capoluogo e dai comuni di Albinea, Bagnolo in Piano, Cadelbosco di Sopra, Castelnovo di Sotto, Quattro Castella, Vezzano sul Crostolo – convocando tutti i gestori dei servizi residenziali per anziani.

L’obiettivo è far il punto sulle vaccinazioni.

Sugli ospiti lo stato di avanzamento è ottimo: sostanzialmente completo sia per la prima, sia per la seconda dose.

Il vaccino è una protezione importantissima che si aggiunge a quanto fatto finora in termini di dispositivi e procedure per mettere al sicuro i nostri anziani accolti nelle strutture. Chiaro che per rendere questa protezione ancora più efficace dobbiamo coinvolgere anche gli operatori nella campagna. Su base provinciale l’adesione è appena superiore al 50%: non va bene, dobbiamo lavorare insieme affinché cresca. La riunione del Comitato di Distretto servirà anche per fare il punto sui dati del nostro territorio.

Nessuno dimentica che il sistema delle strutture per anziani è stato pesantemente colpito – qua come in tutto il Paese – da questa pandemia ed è ancora immerso in condizioni di lavoro molto difficili.

La gratitudine per il preziosissimo lavoro che gli operatori hanno fatto e stanno facendo non sarà mai sufficiente. Ed è proprio per le fatiche e gli sforzi fatti sin qua che mi sento di rivolgere un appello a quegli operatori che, potendo, non hanno ancora aderito alla campagna vaccinale: vaccinarsi è sia una responsabilità che un’opportunità, per la propria salute e quella degli altri.

Alla riunione di comitato faremo anche il punto su tutti i possibili strumenti che come sistema pubblico e come gestori si possono mettere in campo per incrementare il numero di adesioni: migliorare comunicazione e formazione, comprendere e dissipare dubbi innanzitutto. Se da un lato non esiste per legge un obbligo vaccinale, d’altro canto si va consolidando un orientamento giuslavoristico che consentirebbe ai datori di lavoro, in ottemperanza di fatto alle norme sulla sicurezza sui posti di lavoro, di sospendere gli operatori non vaccinati. È certamente un’ipotesi molto forte alla quale, pur potendo, sarebbe meglio non arrivare. Ma la questione è seria e come tale va assunta da tutti”.