Federmoda: le svendite prova decisiva

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Quest’anno la partenza dei saldi invernali assume un significato diverso, molto particolare: l’emergenza COVID-19 ha messo e sta tuttora mettendo a durissima prova la tenuta del sistema del commercio di vicinato ed in particolare l’intera filiera della moda. Per moltissimi negozi l’andamento delle vendite di fine stagione risulterà determinante per il futuro proseguimento dell’attività. Ecco allora che quello che era un momento di “costume”, prettamente commerciale, si colora di responsabilità sociale. E’ quindi fondamentale rinsaldare il patto che lega il negozio di vicinato ad ogni singolo consumatore, nella consapevolezza che ogni euro dato ad una multinazionale che versa le sue poche tasse in un compiacente paese straniero impoverisce la nostra vita sociale.

L’auspicio è che il prima possibile l’Emilia-Romagna possa essere classificata in zona gialla o ancor meglio bianca, per ridurre al minimo le limitazioni alla libertà di spostamento delle persone.

“Da sempre i saldi sono un volano d’affari importante per l’economia e soprattutto un’opportunità per i consumatori – commenta Marco Cremonini, Presidente regionale e vicepresidente nazionale di Federazione Moda Italia – che sono invogliati all’acquisto e hanno modo di comprare i prodotti tanto desiderati a prezzi ribassati. Ma non solo, perché contribuiscono anche ad aiutare i negozi. Grazie ai saldi gli esercizi commerciali incassano la liquidità necessaria per pagare tasse, dipendenti, fornitori, affitti, costi fissi e utenze e sono in grado di far fronte agli investimenti necessari agli ordinativi delle nuove collezioni. E quest’anno il sostegno dei consumatori è determinante”.

“Poniamo un problema di concorrenza e di democrazia economica – conclude Cremonini – rispetto alle politiche commerciali dei colossi del web, che ottengono nel nostro Paese grandi ricavi pagando bassissime tasse. Occorre una web tax per poter operare sullo stesso mercato a parità di regole”.

Rimangono in ogni caso di fondamentale importanza i ristori ai negozi del settore moda che, lontani dall’attenzione mediatica e politica di cui godono altri settori economici, stanno pagando più pesantemente di altri l’impatto negativo della pandemia.