Il Tar dell’Emilia-Romagna, presieduto dal giudice Giancarlo Mozzarelli, ha respinto il ricorso presentato dalla Lega sul risultato delle amministrative dello scorso settembre a Vignola, in provincia di Modena, confermando l’elezione alla carica di sindaco della candidata del centrosinistra Emilia Muratori, che nell’occasione si era imposta con un margine ridottissimo, pari a soli 17 voti.
Dopo la camera di consiglio, il tribunale amministrativo regionale ha respinto il ricorso principale del Carroccio e ha dichiarato improcedibile quello incidentale. La Lega, che aveva presentato come candidato del centrodestra l’ex sindaco vicario Angelo Pasini, aveva richiesto un riconteggio denunciando presunte anomalie in diverse sezioni elettorali riguardanti annullamenti sospetti di voti a favore di Pasini.
Il ricorso, inoltre, contestava anche presunte “anomalie generali nelle consultazioni elettorali” citando il caso di quattro cittadini vignolesi positivi al Covid-19 che, pur avendo regolarmente inviato al Comune la richiesta per poter esercitare il proprio diritto di voto a domicilio, sarebbero stati messi in condizioni di farlo soltanto per la consultazione referendaria sulla riduzione del numero dei parlamentari (in calendario nello stesso weekend del 20 e 21 settembre), ma non anche per le elezioni amministrative del comune modenese.
La sentenza, accolta con favore dal Partito Democratico vignolese e dalla sindaca Muratori, è stata contestata invece dalla Lega, che sta valutando se fare ricorso al Consiglio di Stato.
“Consiglio al Pd e al segretario provinciale Fava prudenza nel commentare con toni entusiasti il risultato di un’elezione conclusa per una manciata di voti”, ha detto il senatore modenese Stefano Corti: “Ricordo come nel mio caso il risultato iniziale per il seggio al Senato è stato giustamente smentito consegnando a me, e non all’esponente del Pd Patriarca, l’onere di rappresentare i cittadini a Palazzo Madama. In questo caso la Lega ha fatto ricorso al Tar per cercare di fare chiarezza sull’esito del voto a Vignola, evidentemente per Fava garantire ai cittadini il processo democratico significa voler ribaltare il tavolo. Viceversa noi pensiamo che ogni controllo davanti a risultati testa a testa sia non solo opportuno, ma doveroso”.
Secondo Fava, invece, “su Vignola la Lega ha un nervo scoperto, lo capisco. Facciamo un breve riassunto dell’attività amministrativa della Lega a Vignola: il signor Pelloni entra nell’amministrazione in qualità di vicesindaco, dopo breve tempo provoca la caduta della stessa giunta di cui faceva parte e porta Vignola al voto anticipato, vince le elezioni, diventa sindaco, ma non passano due anni che fa saltare ancora l’amministrazione, perché da primo cittadino ambisce a un’altra poltrona. In sei anni a Vignola, grazie alla Lega, si è votato tre volte”.
Poi l’affondo: “Vede, senatore Corti, ci sono due modalità di amministrare un Comune: chiedendosi come fare a ottenere il meglio per i cittadini, con possibili errori certo, ma restando sempre al timone, oppure utilizzando il Comune per fare altro. Il ricorso alla giustizia amministrativa è comprensibile e del tutto legittimo, ma la domanda politica rimane: perché la Lega non ha provato ad amministrare Vignola? La Lega farà tutti i ricorsi che ritiene necessari, la cosa necessaria che non si è sentita di fare è amministrare Vignola”.
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Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]