Consolidare il controllo pubblico di Hera continuando a garantire il ruolo di Modena negli assetti societari e un apporto significativo agli equilibri di bilancio dei Comuni: sono questi alcuni degli obiettivi del rinnovo dei patti parasociali tra gli enti locali per il triennio 2021-2024 approvato giovedì 21 gennaio dal consiglio comunale di Modena, con i voti favorevoli dei gruppi di maggioranza (Partito Democratico, Sinistra per Modena, Verdi e Modena Civica) e quelli contrari dell’opposizione (Movimento 5 Stelle, Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia – Popolo della famiglia).
Illustrando il provvedimento, il sindaco Gian Carlo Muzzarelli ha spiegato come l’azienda rappresenti un solido riferimento per il territorio modenese sia in termini di servizi che per ciò che riguarda investimenti e occupazione. Il sindaco ha sottolineato, in particolare, come il Piano industriale al 2024 di Hera, approvato nei giorni scorsi, preveda investimenti complessivi per 3,2 miliardi di euro, ma soprattutto un’attenzione molto forte ai temi della transizione verde, al digitale e all’evoluzione sostenibile.
Il patto di sindacato di primo livello può garantire il controllo strategico pubblico della multiutility “bloccando” il 38% delle azioni di proprietà degli enti locali con un vincolo di intrasferibilità, una quota sufficiente ad assicurare la maggioranza dei diritti di voto grazie al cosiddetto voto maggiorato introdotto nello Statuto sociale nel 2015.
Al patto generale fanno riferimento 111 enti locali (tra i quali anche le città di Bologna, Ferrara, Ravenna, Cesena, Trieste, Padova e Udine), che al momento detengono circa il 46% delle azioni (comprese quelle non bloccate), mentre è stato rinnovato anche il cosiddetto patto di secondo livello, che consente a 20 soggetti modenesi – tra Comuni e Unioni di Comuni – di mantenere una presenza organizzata e continuare a esprimere due rappresentanti nel consiglio di amministrazione dell’azienda. Il gruppo di enti locali dell’area di Modena possiede circa il 7,8% di Hera con oltre 116 milioni di azioni, 93 milioni delle quali bloccate e non trasferibili.
La delibera approvata in consiglio comunale prevede la possibilità di svincolare dal patto le azioni di alcuni Comuni che lo hanno richiesto, per consentirne l’eventuale vendita nel prossimo triennio: sarà proprio il Comune di Modena a bloccarne una quota maggiore – 3 milioni e 270mila azioni (pari, al valore attuale, a circa 10 milioni di euro) – per continuare a garantire i 93 milioni di azioni dell’area modenese previsti dal patto di primo livello.
Il Comune capoluogo ha in mano complessivamente 97 milioni di azioni: con l’ulteriore vincolo, quelle bloccate saranno quasi 81 milioni. Le azioni sbloccate, invece, saranno quelle dei Comuni di Sassuolo (un milione), Castelfranco Emilia (un milione), Serramazzoni (500mila), Pavullo (350mila), Maranello (290mila) e Sestola (130mila).
“Modena non ha in programma la vendita di azioni – ha spiegato Muzzarelli – ma ci sono Comuni che potrebbero valutare di farlo per sostenere gli investimenti o per altre esigenze, quindi è giusto che il capoluogo blocchi ulteriori azioni, mantenendo comunque un buon margine di azioni libere e garantendo che non cambi il peso del sistema Modena nel patto di sindacato”.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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