La giunta regionale dell’Emilia-Romagna ha approvato le modifiche al protocollo sottoscritto a fine dicembre dai firmatari del Patto per il Lavoro, a integrazione dell’accordo siglato lo scorso novembre con le strutture della sanità privata: questo consentirà alle aziende produttive della regione di procedere allo screening dei propri dipendenti – su base volontaria – effettuando loro test antigenici rapidi tramite i medici competenti all’interno dell’azienda stessa o attraverso le strutture private accreditate Aiop, Anisap ed Hesperia Hospital. In alternativa le aziende potranno acquisire autonomamente i test rapidi, partecipando comunque allo screening.
Sono 250mila i test rapidi messi a disposizione dalla Regione per questo screening. L’iniziativa è stata promossa per tutte le aziende, ma prioritariamente per le attività per le quali ci siano indicazioni di maggior probabilità di diffusione del contagio e per le categorie di lavoratori più a rischio (per esposizione lavorativa o per frequenza di comunità chiuse): trasporti e logistica, lavorazione carni, grande e media distribuzione organizzata, metalmeccanica, alimentare e ortofrutta, mobile imbottito, assistenza domiciliare (comprensiva delle assistenti familiari), aziende con attività in appalto in genere.
Dopo la lettera inviata lo scorso novembre ai ministri Boccia e Catalfo affinché fosse riconosciuto lo stato di malattia anche ai lavoratori risultati positivi al tampone antigenico rapido, la circolare dell’8 gennaio scorso firmata dal direttore della prevenzione del Ministero della Sanità Gianni Rezza ha previsto che “alle persone che risultano positive al test antigenico rapido, anche in attesa di conferma con secondo test antigenico oppure con test molecolare, si applicano le medesime misure contumaciali previste nel caso di test Rt-Pcr positivo”, equiparando di fatto – almeno per il riconoscimento dello stato di malattia – le positività emerse grazie ai cosiddetti “tamponi rapidi” a quelle emerse grazie ai tamponi molecolari.
In caso di esito positivo del test rapido, il medico competente dovrà comunicarlo subito al lavoratore interessato, che dovrà collocarsi immediatamente in isolamento. Il Dipartimento di sanità pubblica (Dsp), dopo aver estratto i dati dei casi positivi dal sistema informativo Sole, procederà alla formalizzazione della misura sanitaria di isolamento con effetti a decorrere dal momento del risultato positivo del test. Sarà quindi compito del medico di medicina generale avviare la procedura per il periodo di malattia.
L’obiettivo è quello di intercettare e isolare i contagiati il prima possibile, limitando così il rischio di un possibile contagio a catena: il test rapido, che offre un risultato in soli 15 minuti, può consentire infatti di abbreviare i tempi di attesa del responso, mantenendo un’attendibilità comunque sufficientemente alta. In caso di positività al test rapido, si procederà in ogni caso anche con un tampone molecolare di conferma: la Regione si è impegnata a garantire se necessario l’esecuzione di quest’ultimo entro 48 ore dalla richiesta, procedendo alla successiva refertazione entro le successive 48 ore. Rimane inoltre la possibilità per il datore di lavoro di farsi carico dell’esecuzione del tampone molecolare direttamente nella struttura presso la quale è stato eseguito il test antigenico rapido.
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Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]