La giunta regionale dell’Emilia-Romagna ha deciso di rinviare al prossimo 25 gennaio il ritorno alle lezioni in classe al 50% negli istituti di istruzione secondaria di secondo grado (scuole superiori). Fino al 24 gennaio, dunque, rimarranno “in presenza” solo le scuole materne, elementari e medie, mentre per quanto riguarda le superiori le lezioni proseguiranno al 100% con il sistema della didattica a distanza.
A pesare sulla decisione è stato soprattutto lo scenario che evolve in negativo – tanto che da domenica 10 gennaio la regione tornerà in zona arancione – e l’aumento dei contagi, con gli esperti (quelli dell’Istituto superiore di sanità e quelli della sanità regionale) che prevedono un possibile ulteriore innalzamento della curva epidemiologica in Emilia-Romagna nei prossimi giorni.
La giunta del presidente Bonaccini ha inoltre convenuto sul fatto che tutto il personale della scuola (docente e non docente) debba rientrare al più presto nella campagna vaccinale anti-Covid, ricevendo la somministrazione delle dosi necessarie a garantire le condizioni di massima sicurezza già nella seconda fase della campagna, quella che prenderà il via a partire da marzo (mentre in questa prima fase il vaccino è riservato alle persone che lavorano nella sanità regionale – medici, infermieri e operatori – e a operatori, operatrici e ospiti delle case residenza per anziani).
“La situazione pandemica di certo non migliora, in Emilia-Romagna e nel Paese”, ha sottolineato l’assessore regionale alle politiche per la salute Raffaele Donini, come dimostrano peraltro i nuovi dati contenuti nel report settimanale dell’Istituto superiore di sanità e della cabina di regia nazionale.
Secondo l’assessore Donini “rimangono troppe incertezze rispetto alla possibile evoluzione, in un contesto europeo fortemente critico, verso il quale anche l’Italia potrebbe tendere in assenza di ulteriori misure restrittive, come ha ribadito ancora oggi l’Iss, dopo valutazioni analoghe fatte già nei giorni scorsi dal ministro della salute nel confronto con le Regioni. La curva epidemiologica sale e con essa anche il livello di saturazione dei reparti di terapia intensiva. Oltre alla campagna vaccinale bisogna promuovere ogni sforzo per abbassare il numero dei contagi. Solo nei prossimi giorni, con la verifica dell’impatto delle misure adottate durante le festività, avremo un quadro più chiaro e potranno essere prese ulteriori decisioni. Ora è necessario applicare il principio della massima prudenza e precauzione, lo stesso scelto dalle regioni in procinto di entrare in fascia arancione e da numerose anche in fascia gialla”.
“Abbiamo fatto tutto quello che serviva per riaprire le scuole superiori in presenza”, ha aggiunto l’assessora regionale alla scuola Paola Salomoni, “grazie a uno straordinario lavoro di squadra insieme a prefetture e Ufficio scolastico regionale, agli enti locali e alle aziende di trasporto pubblico locale, nonché con le organizzazioni sindacali. Con orari d’ingresso differenziati lì dove serviva e trasporti potenziati. Un piano regionale per la riapertura che abbiamo presentato già prima delle festività, in un quadro generale che purtroppo è cambiato e che, sulla base delle valutazioni epidemiologiche fatte dalla sanità nazionale e regionale, potrebbe peggiorare. Un piano che però resta valido e che siamo pronti a utilizzare per riaprire non appena si potrà”.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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