La salma di Paolo Rossi si trova all’obitorio dell’ospedale Le Scotte di Siena. Come egli stesso desiderava, il funerale si terrà nel Duomo di Vicenza. La cerimonia funebre, fissata per sabato 12 dicembre alle 10,30, avrà ingressi contingentati gestiti direttamente dalla famiglia del campione. In queste ore, sono in corso i preparativi per rendere omaggio al calciatore e all’uomo profondamente legato alla città dove ha iniziato la sua strepitosa carriera sportiva. Venerdì 11 dicembre il feretro in arrivo da Siena è atteso alle porte della città e scortato dalla polizia locale fino allo stadio Menti, dove sarà accolto in forma privata dai dirigenti e dalla squadra del LR Vicenza che sta collaborando all’organizzazione delle esequie, in stretto contatto con il Comune e la famiglia.
Per i cittadini la camera ardente resterà aperta all’interno dello stadio dalle 15 alle 20. Seguendo un rigido percorso definito in un tavolo tecnico coordinato dalla Prefettura, i cittadini potranno sfilare davanti alla bara per l’ultimo saluto a Pablito nel rispetto del distanziamento sociale. Il giorno successivo, per evitare gli assembramenti sarà vietato accedere alle piazze e alle vie attorno al Duomo se non si farà parte degli invitati alla cerimonia funebre. TeleChiara trasmetterà in diretta tutta la messa. Al funerale, a cui sarà presente la Bandiera di Vicenza, sono attese molte autorità, una rappresentanza del LR Vicenza, esponenti del mondo del calcio e del giornalismo sportivo, amici dell’amatissimo bomber provenienti da tutta Italia. La salma dovrebbe lasciare l’ospedale nella mattinata sabato.
Le ultime parole con la stampa vicentina: sono mesi difficili. “Sono stati mesi difficili, che sto cercando di superare. Una fase complicata della mia vita, dal punto di vista della salute, ma sto facendo di tutto per tornare quanto prima a stare bene. Nonostante ciò, non mi sono mai perso una partita del Lane, è più forte di me! E’ un pezzo di cuore”. Così Paolo Rossi aveva aperto uno spiraglio sulle sue gravi condizioni di salute, nell’ultima intervista pubblicata cinque giorni fa sul Giornale di Vicenza. Nelle risposte alla giornalista Alberta Mantovani, ‘Pablito’ esprime il suo affetto immutato per la società biancorossa, quel ‘Real Vicenza’ di fine anni Settanta guidato da Giovan battista Fabbri, in cui era esploso con decine di gol, dalla B alla A, e del cui cda faceva parte. Rossi parlava delle restrizioni per la pandemia da Covid. “Credo sia tutto un po’ falsato, perché a volte le scelte sono obbligate. Ma è un destino democratico, vale per tutti, quindi non resta che giocarsela in campo. Quello che non mi piace è che non ci siano tifosi allo stadio. Da calciatore so quanto sia importante il calore del pubblico e da spettatore mi rendo conto di quanto il tifo faccia a volte la differenza”. A colpirlo, la notizia del primo arbitro donna in Champions: “Una bella svolta, mi piace l’idea. Anche qui, come per tutte le novità, va assecondata. Le donne sono attente, diligenti, determinate e quando scelgono di fare una cosa la fanno al meglio, dunque avanti così” .
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Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]