Giovedì 26 novembre è stata siglata l’ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro dei settori piastrelle, ceramica sanitaria e materiali refrattari, scaduto il 31 gennaio del 2019. L’intesa, raggiunta tra Confindustria Ceramica e i sindacati di settore Filctem-Cgil, Femca-Cisl e Uiltec-Uil, interessa 25mila lavoratori in tutta Italia (di cui ben 15.200 tra Reggio e Modena) e copre il periodo compreso tra il primo gennaio di quest’anno e il 30 giugno 2023.
Per il settore piastrelle l’aumento medio – di 76 euro – sarà pagato in tre tranche: 31 euro dal primo gennaio 2021, 32 euro dal primo gennaio 2022 e 13 euro dal primo gennaio 2023. Sul fronte del welfare contrattuale, invece, viene incrementata dello 0,2% (4 euro a regime medio) l’aliquota contributiva a carico dell’azienda al Foncer (il fondo di previdenza complementare).
Nell’intesa è stato recepito anche l’accordo quadro tra Confindustria, Cgil, Cisl e Uil del 25 gennaio 2016 sulla violenza di genere ed è stato potenziato il capitolo sulle pari opportunità e sulla tutela della persona. Inoltre sono stati introdotti i temi dell’occupabilità, del lavoro agile e del bilanciamento generazionale. Per quanto riguarda gli appalti, sono stati migliorati i punti relativi all’informativa e all’impegno in via prioritaria delle aziende committenti a sottoscrivere contratti con le imprese che applicano Ccnl nazionali firmati dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative. Sono stati anche potenziati gli osservatori nazionali e aziendali dei grandi gruppi su appalti, ambiente, salute e sicurezza.
Le parti hanno convenuto inoltre di recepire le convenzioni Onu sulle disabilità, è stato introdotto un part-time per le patologie oncologiche degenerative e ingravescenti e per il congedo parentale. Saranno poi aggiunti due giorni di permesso retribuito – rispetto a quanto previsto dalla legge – nel caso di nascita di figli. L’accordo istituisce infine il delegato alla formazione per coordinare i piani formativi e la commissione paritetica sull’inquadramento, con l’impegno ad attualizzare il sistema classificatorio.
“Il raggiungimento di questo risultato è particolarmente positivo visto il difficile contesto che stiamo vivendo”, ha commentato con soddisfazione la sigla sindacale Femca-Cisl Emilia Centrale: “Il nuovo contratto nazionale prevede un aumento salariale medio di 76 euro (livello D1), l’incremento del welfare, miglioramenti nei permessi parentali, part-time per i pazienti oncologici e tutela dei disabili, il delegato alla formazione, il potenziamento degli osservatori aziendali e nazionali dei grandi gruppi, la nascita di commissioni paritetiche nazionali per gli inquadramenti e divisore orario, il consolidamento delle relazioni industriali a tutti i livelli”.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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