Con una interrogazione a risposta immediata in aula, il consigliere Federico Amico (Er-Coraggiosa) ha lanciato un preoccupato appello per il futuro di Villa Levi a Reggio Emilia, una delle residenze storiche più significative e maestose presenti sul territorio del Comune di Reggio Emilia, oggi presa di mira da furti e atti vandalici, recinzione sfondata e porta d’ingresso divelta. E ancora, vetri infranti e tracce di bivacchi con segni di accensione di fuochi.
Oggi la villa è proprietà dell’Università di Bologna, che otto anni fa ha deciso di chiudere la sede distaccata di Coviolo. Fino al 2019 è stata messa a disposizione dell’associazione di cittadini Comitato Coviolo in Festa, che per molti anni ha organizzato all’interno del parco della Villa diverse iniziative culturali. L’associazione recentemente ha iscritto Villa Levi alla campagna “I luoghi del cuore” promossa dal FAI – Fondo Ambiente Italiano, per destinare all’edificio eventuali contributi economici. Un appello che ha già superato le 6500 adesioni. Dalla chiusura nel 2011, il complesso è stato messo in vendita senza suscitare interesse. Da allora la Villa è stata progressivamente abbandonata e la situazione dell’immobile è progressivamente peggiorata.
Amico ha quindi interrogato la giunta regionale per chiedere un incontro urgente con l’amministrazione dell’Università di Bologna e il Comune di Reggio Emilia al fine di individuare soluzioni di tutela della Villa di Coviolo e valutare la possibilità di svolgere attività di animazione culturale per contrastare il completo abbandono. “Occorre – ha detto Amico intervenendo in aula – intraprendere azioni concertate con l’Università Bologna e Comune di Reggio Emilia per salvaguardare un’emergenza architettonica e un bene a cui il territorio reggiano è profondamente affezionato”. Il consigliere di Emilia Romagna Coraggiosa ha infine proposto Villa Levi come sede istituzionale per attività di ricerca e progetti di sviluppo di interesse regionale legati ai temi dell’agroalimentare, della sostenibilità ambientale.
Positiva la risposta dell’assessore Felicori: “Perché si abbia una soluzione a questo problema – ha detto – occorre che la comunità reggiana esprima un progetto di uso di quel bene. C’è bisogno che l’Università proprietaria del bene non faccia un astratto discorso di mercato, ma capisca le grandi difficoltà di un uso sostenibile di un bene così speciale e particolare. L’Università – ha detto l’assessore – che c’è stato di recente un ulteriore incontro con il Comune di Reggio Emilia il quale si è impegnato a presentare un progetto di uso. L’Università, in questo testo si dichiara disponibile a tener conto della reale fattibilità di questo progetto. Dunque – ha concluso Felicori- al momento ci sono le condizioni perché le due volontà si incontrino e si faccia quel contratto, senza il quale il bene non viene valorizzato e l’Università continua a perdere valore. Se i due partner del discorso riterranno che la Regione possa svolgere un ruolo, noi lo svolgeremo volentieri”.
Ultimi commenti
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]
Continuano gli straordinari successi elettorali dell'area riformista liberaldemocratica,che si ostina a schierarsi sempre indissolubilmente nel campo del centrosinistra senza mai beccare nemmeno un consigliere,cosi' come […]