Emilia: 640 posti Covid, superati i 4.600

Covid ospedale TI

In Emilia-Romagna sono pronti altri 640 posti letto per i pazienti malati di Covid-19, per una rete regionale pronta così a superare i 4.600 posti a disposizione e a garantire il più possibile anche le altre prestazioni, a partire da quelle essenziali. Grazie all’accordo con Aiop (Associazione italiana ospedalità privata), il piano di espansione prevede di passare dai 3.697 posti attuali a quota 4.607 – di cui 498 messi a disposizione dalle strutture private accreditate.

La regione, peraltro, risulta già allineata alle richieste nazionali sui cosiddetti Covid Hotel: non ci sarà bisogno, dunque, di requisire alcun albergo extra per accogliere i malati di nuovo coronavirus con sintomi lievi, perché nelle quattro strutture già predisposte sul territorio emiliano-romagnolo l’83% dei posti è ancora libero. A metà novembre a Salsomaggiore Terme, in provincia di Parma, risultano infatti 30 camere libere sulle 40 complessive; a Novi di Modena, invece, tutte e 15 le stanze sono occupate, mentre a Bologna al contrario sono a disposizione tutte e 70 le camere; a Ferrara, infine, sono 37 le stanze libere sulle 40 totali. Complessivamente, quindi, i posti letto liberi sono 137 su 165.

Non solo: anche le altre 17 strutture individuate per garantire l’isolamento a chi (per diversi motivi, dallo spazio limitato alla convivenza con altre persone) non può trascorrerlo nella propria abitazione risultano libere quasi al 40% della loro capienza complessiva, che potrà comunque essere ulteriormente aumentata in caso di necessità grazie ad accordi già stipulati con le associazioni di categoria. Le strutture sono così distribuite sul territorio: tre in provincia di Piacenza, altrettante in quella di Parma, una in provincia di Reggio, una in quella di Modena, tre in provincia di Bologna, una in quella di Ferrara, due in provincia di Forlì-Cesena e tre in quella di Rimini. In totale i posti letto disponibili sono 685, di cui 433 occupati, per un tasso di occupazione pari dunque al 62%.

L’Emilia-Romagna ha risposto così alla ricognizione nazionale del commissario straordinario per il contenimento della pandemia Domenico Arcuri, che ha chiesto alle singole Regioni di valutare i fabbisogni dei rispettivi territori per predisporre i posti letto necessari a ospitare chi non può trascorrere l’isolamento in casa o chi soffre di patologie più lievi, quindi gestibili anche in luoghi non di ricovero.

Le singole aziende Usl emiliano-romagnole, a cui spetta la valutazione del fabbisogno ricettivo, hanno promosso da mesi convenzioni per queste esigenze, grazie a specifici accordi quadro con le associazioni di categoria dei titolari di hotel, che assicurano tariffe e condizioni contrattuali uniformi sull’intero territorio regionale e agevolano le trattative con gli operatori economici. In diverse province le aziende sanitarie stanno già valutando la possibilità di espandere ulteriormente la disponibilità di posti nelle strutture convenzionate, oltre ad aumentare il numero stesso di quest’ultime.