Da due mesi alla Cobo di Cadelbosco vengono richiesti straordinari – segnale di una ripresa che solo sei mesi fa nessuno in azienda si aspettava – ma i lavoratori non stanno rispondendo alle richieste aziendali.
“Dai primi di ottobre è in vigore il blocco degli straordinari – spiega in merito Stefano Baisi che per la Fiom di Reggio Emilia era al tavolo negoziale – . L’azienda ormai da un anno ha assunto un atteggiamento molto ostile nei confronti dei lavoratori in merito alla contrattazione aziendale, e l’impressione è che non la vogliano più fare”.
Per queste ragioni nelle settimane scorse si sono tenute assemblee in azienda, come sta accadendo in molte imprese rispettando le normative anti-contagio, per dare la possibilità ai dipendenti della Cobo di confrontarsi sull’atteggiamento che la Direzione, assistita da Unindustria Reggio Emilia, sta mettendo in campo.
“I lavoratori non stanno chiedendo nulla di particolare, solo la conferma di quanto già previsto dal contratto aziendale firmato dalla Proprietà tre anni fa. La stessa azienda ha proposto di fare un accordo ponte di un anno, identico all’accordo scaduto; una proposta accettata dai lavoratori, ma che al momento di chiudere ha visto l’azienda tirarsi indietro per non rinnovare la parte economica – spiega Mauro Accorsi della Rsu Cobas – L’azienda con la sua intransigenza ha nei fatti impedito la trattativa con l’intenzione di peggiorare le condizioni precedenti”.
Il sindacato parla di un confronto che va avanti da mesi, persino da gennaio, che è proseguito durante il lock down, ma che ha sempre visto l’azienda chiedere ai lavoratori di ridurre il salario rispetto agli anni precedenti. Richieste che hanno trovato la contrarietà della Fiom Cgil e delle Rsu, “il negoziato non è mai davvero partito, l’azienda ha sempre ripetuto lo stesso ritornello sul peggioramento delle condizioni” prosegue Baisi .
Per queste ragioni i dipendenti della Cobo hanno votato un primo pacchetto di 24 ore di sciopero, che si stanno svolgendo in questi giorni. “I lavoratori farebbero anche senza, non si sciopera mai volentieri, ma sono obbligati dall’intransigenza ideologica della Direzione – continua Baisi “un atteggiamento così conflittuale non lo si vedeva da tempo ed è inaccettabile”.
“La Confindustria di Bonomi e la Federmeccanica a Roma tessono le lodi della contrattazione aziendale per non riconoscere gli aumenti del contratto nazionale, poi sui territori le aziende rifiutano di fare gli accordi – dichiara il Segretario Fiom Provinciale, Simone Vecchi – devono smetterla cdi raccontare favole e avere rispetto dei lavoratori, soprattutto in questa fase di emergenza sanitaria”.
L’azienda di Cadelbosco produce componenti per la meccanica agricola, in particolare per trattori, e come tutto il settore metalmeccanico ha visto un parziale stop durante la primavera a causa del lockdown, ma da settembre l’andamento ha avuto un’inversione significativa con un picco produttivo anomalo in questa parte della stagione autunnale, che sta permettendo un recupero del fatturato perso a causa dell’epidemia.
L’azienda fa parte del Gruppo Cobo (con sede centrale a Brescia, proprietaria anche della Ciam di Montecchio, e conta nella provincia di Reggio Emilia oltre 400 dipendenti, di cui 300 a Cadelbosco Sopra.
“Finora l’adesione agli scioperi degli operai diretti è stata quasi unanime – conclude Stefano Baisi – e ipotizziamo che le prossime fermate, che saranno a sorpresa, avranno lo stesso andamento”.
Ultimi commenti
Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]