Nella mattinata di lunedì 16 novembre, al termine dell’indagine “Inferno” dei carabinieri del Nas di Bologna, i militari hanno arrestato la titolare di una struttura per anziani non autosufficienti di Valsamoggia, nel territorio della Città metropolitana di Bologna, e tre collaboratrici, tutte finite agli arresti domiciliari con l’accusa di maltrattamento, omissione di soccorso ed esercizio abusivo della professione sanitaria.
L’indagine, che ha preso il via lo scorso gennaio con la morte di un ospite 83enne della struttura, ha portato alla luce un sistema di vessazioni, violenze, minacce e ingiurie ai danni di nove ospiti ultraottantenni, ai quali venivano somministrate terapie in assenza di prescrizione medica e a volte anche di propria iniziativa.
Il decesso dell’uomo sopraggiunse per cause naturali all’ospedale di Bazzano, ma la direzione dell’ospedale avvertì i carabinieri dopo aver notato lesioni sospette sul corpo dell’anziano deceduto. Fu proprio la segnalazione a far scattare le indagini, poi sviluppatesi durante il periodo del lockdown di marzo e aprile sia con un monitoraggio della struttura di Valsamoggia che, successivamente, dell’albergo di Zocca (in provincia di Modena) in cui le attività della struttura per anziani furono trasferite dopo la vendita del primo immobile da parte della titolare.
Secondo quanto emerso dagli approfondimenti investigativi, la casa famiglia allestita nell’hotel modenese avrebbe violato anche la disciplina sulle strutture socio-assistenziali per anziani, con conseguente elusione dei controlli ispettivi, non solo dal punto di vista fiscale ma anche in riferimento alle misure di sicurezza nei luoghi di lavoro e di prevenzione dal contagio da Covid-19.
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Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]