Un confronto, dove in sostanza “ognuno è rimasto nelle proprie posizioni” e nessuna decisione è stata presa. E’ terminato il vertice di maggioranza, tra Giuseppe Conte, i capi delegazione e il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina sul dossier scuola. La riunione era stata richiesta dalla stessa Azzolina, in accordo col premier, per fare il punto sul dossier dopo le misure più restrittive, con l’introduzione della Dad, messe in campo da diverse Regioni. “Per il governo la scuola è un presidio fondamentale”, ribadiscono fonti di Palazzo Chigi al termine della riunione. “Sulla scuola si deciderà quando il governo opterà per ulteriori misure anti-Covid”, spiegano fonti qualificate di governo senza specificare quanto il premier passerà alla nuova stretta. “Potrà essere domani, tra una settimana o tra due settimane”, spiegano le stesse fonti. Il M5S, si sottolinea, resta il più fermo sulla linea delle lezioni in presenza a scuola. “Bisogna capire cosa significa scuole aperte. Sul primo ciclo siamo ancora fiduciosi, sulle superiori abbiamo capito che si andrà molto in Dad”, spiega una fonte M5S di governo.
Il tema, però, è che l’orizzonte delle nuove chiusure appare, in queste ore, più vicino e il range di tempo che Conte aveva scelto di prendersi – dieci giorni circa – potrebbe accorciarsi drasticamente. Per ora, toccherà alle Regioni prendersi l’onere e “l’onore” della decisione sulla scuola. Il destino della scuola è strettamente legato al tipo di lockdown che metterà in campo il governo, se i contagi continueranno a crescere in maniera esponenziale: se sarà un lockdown – più morbido rispetto a quello di marzo – nazionale o saranno mini-lockdown locali per le zone più a rischio. E non si esclude che il governo torni a confrontarsi già nelle prossime ore.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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