In questo momento storico siamo al cospetto di emozioni che sollecitano l’amigdala; dei coccodrilli in fila in riva al fiume non stanno lì per amicizia, ma perché aspettano una preda; essi sono animali eterotermi e sono governati dal cervello rettiliano.
Il cervello rettiliano governa funzioni adibite alla sopravvivenza ovvero il sonno, il nutrimento, la sessualità, tutte le funzioni involontarie.
Gli esseri umani possiedono anche tale tronco encefalico, tale livello cerebrale viene attivato anche tutte le volte che gli esseri umani si sentono in pericolo nelle situazioni di attacco o fuga, ciò che Hobbes esprime in modo molto sintetico ed efficace con Homo homini lupus, ovvero la legge del più forte.
La politica populista mira a sollecitare proprio queste suddette aree cerebrali.
Tutte le volte che veniamo sollecitati da qualcosa di pauroso, se rimaniamo ad un livello limbico, se ci abbandoniamo ai meccanismi del cervello rettile o fuggiamo, o attacchiamo o ci congeliamo come alcuni animali che si mimetizzano stando fermi.
La paura genera rabbia e la rabbia genera violenza; i meccanismi alla base di tutte le guerre e conflitti, che apparentemente partono dal popolo sono questi.
Noi come esseri umani abbiamo anche altre risorse mentali, ovvero il cervello mammaliano adibito alle emozioni di protezione proprio appunto dei mammiferi che si occupano della propria prole. Infine possediamo la neocorteccia che ci ha dato il primato di esseri umani.
Tutte le volte che viene messa in pericolo la nostra sopravvivenza i piani superiori del cervello vengono staccati per far funzionare i piani bassi; se la gazzella mentre corre per la sopravvivenza rallenta, diventa un pasto.
I bambini a scuola quando hanno fame, oppure hanno sonno non riescono a mantenere l’attenzione proprio per questo motivo. Le maestre tante volte sembra si dimentichino di tali bisogni primari, imputando tale disfunzione agli alunni.
Come genere umano ora abbiamo il compito di rimanere vigili e far funzionare anche le parti alte del nostro cervello, ovvero proteggere la nostra prole e non solo anche i nostri anziani che sono coloro che sono più in pericolo.
Possiamo utilizzare la neocorteccia per scorgere le migliori soluzioni per il genere umano.
È proprio nei momenti in cui si può perdere qualcosa che possiamo avere consapevolezza di chi siamo, in questo momento rischiamo di perdere il tratto che ci contraddistingue come esseri umani, appunto l’umanità, ma anche possiamo essere consapevoli dei doni che possediamo e a quel punto possiamo condividerli.
Individualmente si tratta di ritagliarsi, alla fine ogni giornata, un momento per se stessi ed analizzare ciò che è accaduto ed osservare quanto tempo abbiamo dedicato alla paura ed alla rabbia, quanto tempo abbiamo dedicato invece ad aprire il cuore e a condividere i nostri gioielli.
Ognuno ha qualcosa da donare agli altri, anche semplicemente uno sguardo di tenerezza.
Si tratta di esercitare l’opposto di ciò che fece Narciso specchiandosi nell’acqua, ovvero guardare gli altri dentro di noi. Non aspettando l’amore dagli altri bensì facendosi dono d’amore per gli altri.
Nel momento in cui siamo in grado di accogliere gli altri dentro di noi, compresi i nostri peggiori nemici, ci eleviamo oltre alle emozioni arcaiche legate alla sopravvivenza e siamo quindi in grado di non far riaccadere guerre già accadute nel passato.
Accogliere i nemici dentro di noi significa far la pace con se stessi, accorgersi che il nemico esterno era solo una nostra proiezione.
Prima di iniziare con i nemici, possiamo fare questo esercizio con le persone che ci stanno vicino, che troppo spesso diamo per scontate, ma non lo sono affatto.
Possiamo dire a chi condivide un tratto di vita assieme a noi: grazie di essere qui, grazie che possiamo specchiarci l’un l’altra.
Questo è il vero disarmo bilaterale.
Ultimi commenti
Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]