Il bando Forever Young, creato dalla Corte Ospitale di Rubiera, intende sostenere le nuove generazioni di artisti italiani e quest’anno è arrivato alla sua terza edizione. Le cinque compagnie che nelle giornate del 7 e 8 ottobre hanno potuto mostrare le loro anteprime, sono state selezionate fra ben centosessanta progetti e hanno potuto usufruire di venti giorni di residenza ciascuno all’interno della Corte Ospitale.
Vince l’edizione 2020 “La Gloria”, della compagnia Il Crepuscolo, per la regia di Fabrizio Sinisi; si aggiudica un premio di produzione di 8000€ e il supporto della Corte Ospitale per la distribuzione dello spettacolo. L’opera racconta di un giovane e determinato Hitler che riversa le sue speranze di grandezza nella pittura. Una strada che si rivela però non in discesa per il futuro dittatore, che trasferitosi da Linz a Vienna con l’intento di frequentare l’accademia si ritrova due volte bocciato all’esame di ammissione.
In questa avventura lo accompagna l’amico August Kubizek, aspirante musicista che effettivamente riuscirà ad entrare in conservatorio. Adolf però non riesce ad essere onesto ed ammettere il fallimento con l’amico, a cui quindi continuerà a raccontare menzogne sul suo successo come pittore; finché, scoperto, non troncherà il rapporto. Lo spettacolo riesce a toccare contemporaneamente temi storici ed esistenziali: talvolta ci si dimentica che in scena c’è uno dei peggiori dittatori del Novecento, ma è l’opera stessa a ricordarlo, delineando nel personaggio del giovane Hitler alcuni tratti inquietanti che preannunciano la sua carriera politica. La regia è nitida, non si fa intimidire dall’ingombro della figura che racconta. La performance degli attori è ottima, Alessandro Bay Rossi, Dario Caccuri, Marina Occhionero reggono egregiamente un palco vuoto e anzi lo animano, non si sente la mancanza di oggetti o costumi.
Fra gli spettacoli, degno di nota è anche “Canaglie” della compagnia CARLeALTRI, scritto e diretto da Giulia Bartolini. Una famiglia italiana, borghese, una madre con tre figli all’apparenza perfetti, ma poi si svelano le carte in tavola. La madre, truffatrice di comprovata esperienza, ha plasmato a sua immagine e somiglianza i figli: nutre un’esplicita predilezione per il primogenito, scaltro venditore di menzogne; ma non disdegna tuttavia la più giovane che si finge disabile per ottenere il sussidio, nonostante le sue quattro lauree; unica macchia nera della famiglia il figlio di mezzo, che desidererebbe invece vivere una vita onesta. In questo idillio familiare, arriva una lettera scarlatta che contiene una minaccia ben chiara: “assassini”. Parte allora una crociata alla ricerca del colpevole che ovviamente degenera in catastrofe. Il pretesto narrativo è divertente, la regia riesce a dosare bene la comicità, la recitazione è brillante, una vera commedia nera all’italiana. Lo spettacolo, tuttavia, risulta un po’ troppo lungo, si finisce per abituarsi alle dinamiche e agli espedienti comici. Belli i costumi di Costanza Monniello che sembrano portare l’immaginario della Famiglia Addams i Italia.
Da segnalare anche “Notte all’Italiana” della compagnia Segreto/Pisano, per la regia di Fabio Pisano. In un tempo non meglio definito, i Democratici organizzano una festa all’aperto, un momento spensierato per bere, mangiare e parlare, possibilmente poco, di politica. Sulla Notte all’Italiana incombe però la minaccia dei fascisti, che, secondo una soffiata, faranno irruzione alla festa. Lo spettacolo è interessante soprattutto per il tema decisamente attuale e per gli interrogativi che si e ci pone: i fascisti sono ancora una minaccia? Dovremmo prendere provvedimenti o ignorarli? È un bene parlarne o così facendo diamo loro più riverbero? Lo spettacolo, tuttavia, non prende posizione e le risposte rimangono aperte.
Meno riusciti purtroppo gli altri due spettacoli. “Charlie Sonata”, della compagnia Enchiridion è una fiaba moderna. Il protagonista è Chick, un antieroe dei giorni nostri, disoccupato, ubriacone, ma dal cuore d’oro, pronto a tutto per salvare Audrey, la figlia dei suoi amici di sempre. Se ci si appassiona alla storia, è probabilmente più per merito della drammaturgia di Douglas Maxwell, che della regia e degli attori. “Born Ghost”, della compagnia Coppelia Theatre, è invece uno spettacolo che dialoga con il Teatro di Figura. Racconta della leggenda del fantasma Azzurrina di Montebello, la figlia albina del Signore del castello che ha vissuto l’intera vita chiusa in una torre perché considerata una strega scomparsa misteriosamente mentre giocava a palla. La bambina è rappresentata da una testa di legno con cui l’attrice interagisce. Lo spettacolo è drammaticamente lento e sfortunatamente l’attrice non riesce a reggere il palco da sola.
Ultimi commenti
Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]