In caso di positività di un compagno si sta tutti a casa da scuola per 14 giorni, a prescindere dal tampone, o si può tornare in classe in caso di negatività? Decide l’Asl di competenza. A chiarire il punto è stato l’assessore regionale alla Sanità della Regione Emilia Romagna, Raffaele Donini, durante il question time in Regione.
Si tiene conto – spiega Donini, interpellato dalla dem Katia Tarasconi – non solo delle ore passate a scuola e delle interviste ai dirigenti scolastici sull’applicazione dei protocolli, ma anche delle attività e della frequentazioni degli studenti in ambienti diversi dalla scuola. Questi elementi concorrono alla decisione finale, che spetta ai dipartimenti di sanità pubblica, di mettere in quarantena coloro che si considerano contatti stretti”.
Decidono insomma le autorità sanitarie: “I contatti stretti vengono messi in quarantena, gli altri vengono sottoposti a tampone e se negativi possono tornare a scuola”.
Finora, sottolinea ancora Donini, ci sono state classi lasciate a casa perché considerate integralmente contatti stretti di un compagno o insegnante positivo, altre sono potute tornare subito a scuola. Certo, risponde ancora Donini sugli assembramenti di studenti fuori scuola, “protocolli molto rigidi a scuola e un’atmosfera un po’ piu’ lassista fuori da scuola non aiuta a tenere bassi i contagi”.
La domanda di Tarasconi è nata da due casi di contagio avvenuti nei giorni scorsi nelle scuole di Piacenza.
“Avevo capito – dice la dem – che coloro che erano negativi al tampone tornavano in classe, con la mascherina, per 14 giorni. In realtà molte classi vengono messe in quarantena, ma così diventa complicato capire le regole, come nel caso di Juve-Napoli del campionato di calcio”.
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Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]