‘Scongiurare in tutti i modi possibili il fallimento della ex-Goldoni e ottenere rassicurazioni sulla tenuta finanziaria della società in concordato, la cinese ARBOS LOVOL, per permettere la continuità produttiva dell’ex Goldoni.’
E’ questa la richiesta che la consigliera Palma Costi ha messo nero su bianco in una risoluzione di cui è prima firmataria, (e sottoscritta anche dalla capogruppo PD Marcella Zappaterra e dai consiglieri Francesca Maletti, Luca Sabattini, Andrea Costa, Roberta Mori, Massimo Bulbi e Stefano Caliandro) in merito alla difficile vertenza dell’azienda di Carpi, marchio storico di fabbricazione di trattori.
‘Ci troviamo di fronte ad un processo di rientro produttivo in Cina con il rischio della chiusura dello stabilimento ex Goldoni , dopo gli impegni presi nel 2015 dalla società Lovol, che ha visto lavoratori, le organizzazioni sindacali, le filiere produttive e la Regione con i Comuni impegnati in uno sforzo enorme di sostegno e di rilancio. Ognuno ha fatto la propria parte fino in fondo e ci aspettiamo che le società proprietarie ed il governo cinese faccia la propria parte . Non siamo territori di conquista e soprattutto si deve sapere che la nostra regione rimane competitiva sui prodotti di meccanica agricola di alta qualità per la grande specializzazione del comparto , la capacità di ricerca ed innovazione e soprattutto per il raccordo con una agricoltura di qualità unica nel mondo . – ribadisce ancora una volta Palma Costi – Se la Lovol confermasse il disimpegno e il trasferimento del know how significherebbe – insiste preoccupata la consigliera – mettere la parola fine a un marchio storico italiano con un danno gravissimo non solo per i 220 lavoratori direttamente coinvolti e quelli, numerosissimi, dell’indotto, ma perché rischia di indebolire il comparto della fabbricazione delle macchine agricole nella nostra Regione e in Italia. E’ necessario quindi – prosegue la consigliera – continuare la collaborazione, stante la disponibilità dimostrata dal Governo, con il Presidente del Consiglio per procedere al confronto con il Governo Cinese al fine di evitare soluzioni drastiche collaborando anche con Confindustria Emilia-Romagna, per cercare società interessate a subentrare per rilanciare ricerca e produzione , con il supporto delle istituzioni nazionali e locali .
La risoluzione pertanto sostiene il lavoro della Giunta e la impegna a continuare con determinazione e impegna la Presidente della Assemblea trasmettere ai Presidenti di Camera e Senato le preoccupazioni per quanto sta accadendo e le conseguenze su un intero comparto fiore all’occhiello della meccanica nazionale. La Regione Emilia Romagna infatti guida le regioni italiane con una quota pari al 25,6% delle imprese e il 32,3 degli addetti e anche nel 2029 si è confermata anche come prima regione esportatrice in Italia, con 1,1 miliardo di euro di vendite all’estero. Con Il 70% delle imprese e degli addetti che sono concentrate nella province di Modena e di Reggio Emilia rappresenta una specializzazione fondamentale del nostro settore meccanico
‘Come Gruppo regionale del partito democratico – conclude la Costi – faremo la nostra parte’.
Ultimi commenti
Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]