Lucia Azzolina, quando non era ancora ministro della pubblica istruzione, era una delle più agguerrite guerriere contro le classi pollaio che ci sono da anni nella scuola italiana per risparmiare sulla pelle dei più piccoli e dei più fragili: i nostri figli e i nostri ragazzi.
Per garantire la sicurezza a scuola, il comitato scientifico, come primo criterio, aveva parlato di smembramento delle classi: cioè di evitare le classi pollaio, di ferie con massimo dodici o quindici alunni.
Così è stato fatto in Francia, in Belgio, in Germania, in tanti altri Paesi del nord Europa.
Azzolina, visto che fare classi con meno alunni voleva dire assumere più docenti e spendere di più, ha ritrattato le sue dichiarazioni sulle classi pollaio. E ha fatto la sua pensata: se mettiamo una classe pollaio di 28 alunni in un’aula più spaziosa, e distanziamo tra loro i banchi, possiamo non chiamarla più classe pollaio.
Il ragionamento dell’Azzolina è semplice quanto idiota: se mettiamo 28 bambini in uno spazio grande il doppio, è come se ne avessimo in classe solo 14.
Nello stesso modo, se mettiamo 100 bambini in una palestra, è come se ne avessimo solo 20.
E se ne mettessimo 300 in un campo da calcio, ne avremmo solo 30.
Viene da chiedersi che voto aveva la ministra Azzolina quando frequentava la scuola come studentessa.
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Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]