Al cospetto dell’Invisibile

nietzsche

Ogni epoca ha il suo Dio, ogni epoca ha la sua religione. Ma ogni Dio ed ogni religione, come recita Nietzsche nella Gaia Scienza, hanno un termine e a denunciare la morte di Dio è l’uomo folle, che con una lanterna alle prime luci del mattino si reca nella piazza del mercato a denunciare l’assassinio di Dio.

Cosa illumina il folle durante il giorno? Cosa mette in luce? Cos’è che non è visibile nemmeno alla luce del giorno?

Ciò che non è visibile è l’invisibile: la gente del mercato, occupata nel mercificare e nell’oggettivare, è dimentica della dimensione invisibile, quella che trascende.
Quando finisce un’epoca, nelle civiltà patriarcali fondate sul visibile ci si aggrappa agli oggetti, alla materia, perché è ciò su cui sono state costruite.
Se l’attacco proviene da un agente invisibile, la società patriarcale cercherà qualcosa di visibile per attribuirne la colpa.

Nel caso del Covid, quanti attribuiscono la responsabilità agli stranieri? Lo straniero è colui che possiede le qualità invisibili, altre, che mettono in discussione l’identità di un gruppo.

In realtà la fine di una civiltà patriarcale è decretata da un attacco invisibile e solo dall’invisibile può risorgere.
Quando si parla di invisibile non serve scomodare il Dio con la barba bianca, le stesse idee sono invisibili… Ed attraverso queste si fonda una civiltà.

Le religioni nascono dalla paura della morte, che fa apparire l’invisibile.
Siamo al cospetto di un cambio di civiltà e le idee che contengono il Dio e contengono nuovi paradigmi delineano la civiltà che verrà.
Ogni nuova civiltà ha avuto degli individui che hanno saputo corrispondere alla nuova visione, hanno saputo mettere in luce il nuovo paradigma.

Nella Filosofia della Storia, Hegel denota questi individui come cosmico-storici, cioè esseri che hanno saputo leggere l’invisibile e portarlo alla luce dei molti; sono coloro che hanno saputo uscire dalla caverna e raccontare ai molti quello che a questi era precluso, perché non avevano occhi per vedere l’invisibile, perché erano incatenati ad una visione sclerotizzata, cadaverica.

Hegel afferma che gli individui cosmico-storici, una volta svolto il loro compito, rimangono poi come gusci vuoti. Fra queste figure annovera Socrate, Alessandro Magno, Gesù, Napoleone, che vennero attraversati dalla nuova idea, dal nuovo paradigma e si fecero strumento per l’umanità.

Ora il nostro compito in quest’epoca buia è osservare il buio e attendere di vedere l’individuo che con la lanterna illumina la nuova idea.
Molti cercano la risposta nella scienza ma anch’essa si occupa del visibile, del tangibile, dell’oggettivabile: è un sistema ormai collaudato.

L’attacco invisibile porta in luce prima di tutto il nostro attaccamento, il fatto che viviamo con le nostre certezze, con i nostri paramenti che ci rendono sicuri. Ciò provoca uno stato di shock e quindi ci si aggrappa a tutto ciò che ha dato sicurezza, ai punti di riferimento, ma anch’essi sgretolano sotto le nostre mani.
È la stessa sensazione di quando muore un nostro caro, quella presenza svanisce ed emerge l’invisibile, un vuoto da colmare.

La scelta che ci compete ora è: con cosa riempire il vuoto, a chi rivolgerci? Chi ci aiuterà nel transito di una nuova visione, con nuovi ideali, con una nuova etica, con una nuova umanità?

E se fossimo proprio noi con la lanterna ad accedere ad una nuova visione?
Osservare l’invisibile non è difficile, basta osservare ciò che si interpone fra le “cose” del mondo, iniziamo a spostare la messa a fuoco fuori dagli oggetti, e concentriamo l’attenzione su tutto ciò che dimora in mezzo. Ci accorgeremo che gli stranieri, i virus, tutto ciò che è alieno in realtà fa già parte della nostra visione, si tratta solo di decodificarlo, di comprendere il messaggio che porta con sé. In questo modo ciò che in origine si manifestava come una minaccia si traduce in un’apertura più ampia di comprensione di ciò che è.