“Bertinelli si deve dimettere dall’uno o dall’altro incarico, perché è inconcepibile che possa essere contemporaneamente presidente del Consorzio di tutela della più prestigiosa e conosciuta Dop italiana, il Parmigiano Reggiano, e presidente di un’organizzazione regionale, la Coldiretti, che deve allo stesso modo tutelare anche il principale concorrente, cioè il Grana Padano”.
Confcooperative Reggio Emilia non usa mezzi termini all’indomani dell’elezione di Bertinelli alla presidenza regionale dell’organizzazione agricola di cui è anche presidente a Parma.
“Bertinelli – incalza Confcooperative – non solo ha tradito la fiducia di chi lo ha eletto un anno e mezzo fa, quando si presentò come candidato indipendente, usando poi il Consorzio come trampolino di lancio per altri incarichi che riguardano solo una parte dei produttori, ma ora deve spiegare ai mercati e ai consorziati come può rappresentare due prodotti in concorrenza su tutti i mercati del mondo e caratterizzati da disciplinari produttivi, sistemi di produzione e struttura imprenditoriale così diversi”.
“I due incarichi – spiega Confcooperative – non sono formalmente incompatibili, ma è la prima volta che un presidente del Consorzio assume, dopo la sua elezione, questa doppia veste, usando il Consorzio per salire ai vertici di un’organizzazione che, oltretutto, non rappresenta direttamente nemmeno i consorziati, costituiti da caseifici sociali (in larghissima maggioranza), aziendali e gli industriali”.
“Gli incarichi di altri presidenti (da Bonati ad Alai, a Bezzi) – prosegue Confcooperative – erano chiari prima della loro elezione e, peraltro, legati alla rappresentanza dei consorziati; è dunque evidente il tradimento della fiducia di chi ha eletto Bertinelli, ma rispetto a questo pur rilevante aspetto prevale largamente il tema di una incompatibilità di fatto tra due incarichi che espongono il consorzio al rischio di una continua mediazione e di un continuo patteggiamento fra gli interessi dell’una e dell’altra Dop, ma anche tra le politiche del Consorzio del Parmigiano Reggiano e quelle di un’organizzazione di categoria”.
“Un esempio in tal senso – prosegue Confcooperative – è già sul tavolo con le valutazioni relative all’accordo commerciale con il Canada (Ceta); il Consorzio e Bertinelli si erano inizialmente dichiarati favorevoli all’intesa, ma dopo che la Coldiretti – unica organizzazione del mondo agroalimentare – si è dichiarata contraria alla firma, la granitica posizione del Consorzio si è dissolta, lasciando spazio ad uno squallido gioco di equilibrismi rivelato bene dalla lettera inviata da Bertinelli in risposta ai quesiti molto chiari posti dalle centrali cooperative dell’Emilia-Romagna in merito alla posizione del Consorzio e ai dati oggettivi circa i risultati del periodo di prova dell’accordo”.
“Nonostante il fatto che proprio i dati forniti dallo stesso Consorzio dicano che nel 2017 le esportazioni verso il Canada sono aumentate dell’8,1%, mentre nel primo semestre 2018 (sei mesi con l’accordo in vigore) i flussi sono cresciuti del 22,8%, Bertinelli – afferma Confcooperative – inanella una serie di ambiguità per poter affermare, senza tradire Coldiretti, che è bene attendere per formulare valutazioni compiute”. “La stessa cosa – sostiene Confcooperative – Bertinelli la dice a proposito di una delle più importanti conquiste sancite dall’accordo a favore dei nostri produttori, e cioè l’esplicito divieto dell’uso di confezioni ingannevoli sull’origine del prodotto venduto oltre oceano, che punta a stroncare quell'”italian sounding” che è il primo nemico del Parmigiano Reggiano in Canada e negli Usa”.
“L’incompatibilità dei ruoli assunti da Bertinelli – conclude Confcooperative – è nei fatti, ed è su questi che invitiamo Bertinelli e gli amministratori del Consorzio a riflettere e a decidere nell’interesse di quei produttori che, nella loro relazione con i mercati e nelle azioni cui sono chiamati come sistema unico ed esclusivo, non hanno certo bisogno di ambiguità e sospetti”.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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