Dopo le polemiche degli ultimi giorni sulla nomina del procuratore capo di Reggio Emilia Marco Mescolini, relative al lungo scambio di messaggi via WhatsApp avvenuto nel 2018 con Luca Palamara, ex consigliere del Csm oggi indagato a Perugia per corruzione (secondo l’accusa avrebbe esercitato pressioni relative alle nomine dei vertici di alcuni uffici giudiziari italiani), il Partito Democratico di Reggio è intervenuto prendendo posizione sulla vicenda.
“L’attacco violento portato da più parti al procuratore della Repubblica è emblematico di una cultura politica e di un lessico che non riguardano la cultura democratica di queste terre. I democratici italiani e reggiani sono abituati ad avere rispetto del lavoro dei magistrati, che è un lavoro lento e difficoltoso rispetto al quale non è possibile assistere alla stregua di tifosi”, hanno scritto in una nota congiunta il consigliere regionale Andrea Costa, il deputato e capogruppo alla Camera Graziano Delrio, la deputata Antonella Incerti, la senatrice Vanna Iori, l’assessore regionale Alessio Mammi, la consigliera regionale Roberta Mori, il deputato Andrea Rossi, la consigliera regionale Ottavia Soncini, il sindaco di Reggio Luca Vecchi, la presidente dell’assemblea provinciale Gigliola Venturini e il presidente della Provincia di Reggio Giorgio Zanni.
“La politica sarebbe invece chiamata a collaborare con la giustizia quando richiesto, così come previsto nella cultura dello stato di diritto. È inaccettabile attaccare i magistrati, alimentando una cultura del sospetto strumentale e orientata a minarne la credibilità, a maggior ragione laddove gli stessi abbiano ricoperto un ruolo di primo piano nella lotta ai mafiosi nella nostra terra”.
Il dibattito di queste ore, per i dem reggiani, “rischia di lasciare intendere all’opinione pubblica che il lavoro svolto dal procuratore Mescolini su Aemilia possa essere delegittimato, vanificando così il grande sforzo fatto dalla magistratura insieme a un’intera comunità. Lascia inoltre basiti chi fino a ieri inneggiava all’operato della procura di Reggio, salvo oggi mettere in discussione la caratura etica e morale dei suoi protagonisti. Riuscirà per una volta la politica a non commentare inchieste e gossip giudiziari sulla base di conversazioni telefoniche private?”.
“E sia chiaro, non intendiamo sottrarci al dibattito sul rapporto che esiste oggi, come in passato, tra politica e magistratura. Che questi due poteri dialoghino nel rispetto delle reciproche competenze è un principio sancito in costituzione. Varrebbe piuttosto la pena di discutere di come le correnti nella magistratura rischino di comprometterne l’immagine e il decoro istituzionale piuttosto che vaneggiare invitando un procuratore della Repubblica a lasciare il suo incarico”.
Per il Pd reggiano “valgono sul punto per quanto ci riguarda al di là di ogni distinguo le riflessioni e le raccomandazioni più volte espresse in questi mesi dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Un certo tipo di politica vuole lasciare intendere che il procuratore Mescolini nell’esercitare le sue funzioni non abbia rispettato il principio dell’autonomia tra poteri costituzionalmente riconosciuti, salvo poi chiederne un passo indietro e svolgendo così per prima un’opera di ingerenza”.
“Non è questa la cultura politica che ci appartiene: il rispetto delle istituzioni e soprattutto l’autonomia della magistratura restano punti fermi dell’equilibrio costituzionale ed elementi imprescindibili della cultura della legalità e del funzionamento dello stato di diritto”.
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Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
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