Viaemilia68.it, così si chiama il portale web che riporta i racconti, immagini e luoghi di del ’68 lungo la via Emilia, in Emilia-Romagna. E’ un progetto entrato in Rete e che ha visto la collaborazione degli Istituti storici della Regione. Ha spiegato l’assessore regionale Massimo Mezzetti: “Ci siamo chiesti se su un territorio governato dal Partito comunista esisteva uno specifico rispetto al ’68 e se esisteva una relazione tra i movimenti e il maggior partito di sinistra dell’Occidente. Un punto che credo possa essere utile per ricostruire oggi il senso di comunità che talvolta anche qui sembra venire meno”.
Il sito online offre questa introduzione: “Vietato vietare”. Così recita uno dei tanti slogan scanditi nelle piazze e sui manifesti dai giovani delle città di mezzo mondo nel maggio 1968. La società si scopre lentamente globale e se ancora comunica attraverso pesanti apparecchi telefonici e si informa esclusivamente attraverso la voce istituzionale della televisione e della carta stampata, vive una stagione di grande sintonia diffusa. Dall’Europa agli Stati Uniti, dal Sudamerica al Giappone una serie di intensi conflitti attraversa la società e, a partire dal mondo giovanile, mobilita una molteplicità di attori che esprimono in vario modo una richiesta di partecipazione e di allargamento degli spazi di democrazia, rivendicano diritti, criticano le strutture politiche e sociali dominanti, si affermano come soggettività autonome.
Topos culturale, il ’68 e le sue diverse rappresentazioni/interpretazioni costituisce da sempre un terreno di confronto per le stagioni culturali e politiche che si sono succedute. Spesso ricostruita a partire dagli avvenimenti delle grandi città, la stagione dei movimenti di fine anni Sessanta è tuttavia maturata anche nelle università, nelle scuole, nelle fabbriche, nelle istituzioni locali e, in generale, nella cultura e nella mentalità della provincia italiana. Il Sessantotto lungo la Via Emilia è un progetto di ricerca che cerca di analizzare continuità e divergenze fra il centro e la periferia studiando il movimento studentesco (tanto quello universitario quanto quello degli scuole superiori) e le altre principali forme di contestazione, ma anche cercando di cogliere i riflessi di quelle lotte nelle vite quotidiane delle realtà di provincia. Persone, immagini e luoghi ed eventi di una stagione ambiziosa, antiautoritaria e utopista che, in forme diverse, ha cambiato il linguaggio e le prospettive dell’agire politico”.
Ultimi commenti
Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]