Famiglie e persone fragili, imprese e associazioni, riorganizzazione del welfare e dei servizi comunali, lavoro agile: sono questi i principali ambiti in cui l’amministrazione comunale di Reggio è intervenuta per sostenere la ripartenza dopo la fase acuta dell’emergenza coronavirus, mettendo a punto 30 azioni di welfare e sostegno economico nuove o estendendo le misure nazionali adottate.
Il tutto riunito nel piano di azione denominato “Reggio Emilia Riparte”, presentato lo scorso giugno, con un impegno finanziario per il Comune stimato finora in 14 milioni di euro tra minori entrate e nuove spese per l’emergenza, coperti in parte con risorse proprie comunali e in parte grazie a trasferimenti regionali e statali.
Alcune delle azioni sono state definite attraverso sei specifiche variazioni di bilancio urgenti, approvate tra il secondo trimestre dell’anno e il mese di luglio, che hanno consentito la rimodulazione di entrate e uscite per reindirizzare una parte delle risorse disponibili; altre, invece, sono contenute nella variazione d’urgenza al bilancio di previsione 2020, che è stata discussa e approvata lunedì 27 luglio dal consiglio comunale con 17 voti favorevoli (Partito Democratico, Reggio È, Più Europa) e 11 contrari (Lega, Movimento 5 Stelle, Forza Italia, Alleanza civica e gruppo misto).
L’Assemblea ha approvato anche la delibera di Variazione di assestamento e Salvaguardia degli Equilibri di Bilancio 2020 con 17 voti favorevoli (Pd, Reggio è, Più Europa); 10 contrari (Lega Salvini premier, M5S, Gruppo misto, Forza Italia).
I principali temi delle deliberazioni proposte sono stati presentati stamani in conferenza stampa dallo stesso assessore.
Delle sei variazioni di bilancio finora approvate, quattro si sono rese necessarie per recepire e utilizzare il trasferimento statale per gli aiuti alimentari e per la sanificazione e la messa in sicurezza degli uffici, mentre le altre due sono state necessarie per poter dare attuazione al piano scuola in sicurezza.
Tali manovre, insieme alla rinegoziazione di alcuni mutui, ha spiegato l’assessore comunale a welfare e bilancio Daniele Marchi presentando il quadro delle azioni e delle risorse, “hanno consentito di tenere il bilancio in equilibrio, di evitare debiti fuori bilancio e di mantenere in essere le linee di spesa strategiche, per altro necessarie alla fase di ripartenza e proseguimento della vita della città. La situazione pandemica e le sue conseguenze ci impongono di rimodulare, in diminuzione, diverse entrate tributarie e patrimoniali, ponendo in condizione di forte stress il quadro delle risorse e il mantenimento dei servizi in futuro. Tuttavia non abbiamo attuato e non sono previsti tagli ai servizi, nonostante 11 milioni di minori entrate”.
Per quanto riguarda invece la settima variazione, quella programmata a luglio, e la verifica degli equilibri di bilancio, secondo Marchi “dato lo stato di imprevedibilità del quadro dei prossimi mesi e con ogni probabilità anche del 2021 abbiamo valutato l’opportunità di non utilizzare ora l’avanzo di amministrazione disponibile per la spesa corrente”, pari a 3,8 milioni, così come non sono state toccate le economie di personale (600mila euro), risorse che saranno eventualmente a disposizione dal prossimo mese di settembre “in caso insorgano ulteriori fabbisogni”.
Gli investimenti programmati, invece, sono stati confermati grazie all’impegno di circa 6 milioni dall’avanzo 2019 e ad altre maggiori entrate, tra cui la quota di utile di Iren, con una voce in più: il co-finanziamento del nuovo ponte sul Tresinaro a Corticella, opera urgente di Protezione civile dal costo complessivo di 1,6 milioni. La conferma degli investimenti, ha sottolineato l’assessore Marchi, “avviene nonostante alcune minori entrate, tra cui quelle da concessioni edilizie da 1,1 milioni”.
Rispetto alla spesa per l’emergenza Covid-19, invece, Reggio attende dal governo circa 7,5 milioni per la copertura delle minori entrate: di questa cifra, ad oggi, è stato erogato soltanto il 30%. Per il Comune, inoltre, va considerato anche il trasferimento di 386.340 euro per minori introiti collegati alle esenzioni Cosap per la ripresa delle attività degli esercizi pubblici e dei mercati in centro storico.
D’altro canto l’addizionale Irpef lascia prevedere una diminuzione di importo pari a circa 1,2 milioni, mentre per l’Imu si stimano minori entrate per circa 1,580 milioni. Altre mancate entrate consistenti, conseguenza dei mesi di lockdown ed emergenza sanitaria, sono le misure agevolative Tari, per un valore di 2 milioni, e i 120mila euro in meno per la mancata adozione dell’imposta di soggiorno.
Nella verifica sugli equilibri di luglio del Comune reggiano è inclusa anche la manovra di rinegoziazione e sospensione dei mutui con la Banca europea per gli investimenti (Bei), con la Cassa depositi e prestiti e con l’Istituto per il credito sportivo, con un beneficio complessivo per il 2020 pari a 2.607.266 euro.
Nonostante il quadro complesso, Marchi ha sottolineato come Reggio “resta uno dei Comuni con la tassazione locale e l’indebitamento più bassi in Italia. La dimensione sociale ed economica dell’emergenza pandemica ha una regia che ci vede, come enti locali, in prima linea nell’attuare quello che di fatto si è rivelato e continuerà a essere un piano di adattamento incalzante, con misure, riforme e riorganizzazioni impreviste o previste dalle linee di mandato amministrativo, ma anticipate per rispondere ai nuovi bisogni”.
Reggio, ha aggiunto l’assessore, “affronta il percorso di ripartenza con un bilancio comunale solido e sano, con una programmazione strutturata e sorvegliata. Su questa base si sono innestate le variazioni di bilancio urgenti e la variazione generale programmata, accompagnata da una verifica degli equilibri di bilancio che conferma, nonostante l’impatto della crisi, una situazione sotto controllo”.
“Quale sarà l’impatto della crisi sulle finanze locali e, quindi, sulla reale possibilità di sostenere servizi e investimenti per l’anno che verrà ancora non lo conosciamo. Ad oggi abbiamo nel Paese il blocco dei licenziamenti e gli ammortizzatori sociali in essere, ma qualora cessassero o venissero ridimensionate tali misure, le conseguenze sarebbero rilevanti. Non dimentichiamo che delle 5.900 domande di buoni alimentari pervenute al Comune in emergenza Covid, l’80% proveniva da famiglie non in carico ai servizi sociali. Non tralasciamo il fatto che le persone non autosufficienti sono quelle che hanno sofferto maggiormente la grande chiusura della fase 1, e anche la fase 2 post-emergenziale: per loro serve proseguire e se necessario implementare accompagnamento e sostegno. Ci auguriamo che il governo decida per l’accesso alle risorse immediate rese disponibili tramite il Mes”.
Ultimi commenti
Anche l' Ordine degli Avvocati di Reggio Emilia .
Amara e splendida analisi che dovrebbe arrivare alle alte sfere!
Diranno, sia a sinistra che a destra, che c'è un disinteresse della politica, in particolare dei giovani, diranno che molti non votano perché pensano che, […]